Svelato il volto del bulldozer dell'Isis: Occidente e Russia lo vogliono morto

Nel Califfato è una sorta di celebrità. Lo chiamano il “bulldozer di Fallujah”, in risposta a “Shaitan Al-Ramadi”, il “Diavolo di Ramadi”, il Seal Chris Kyle

Svelato il volto del bulldozer dell'Isis: Occidente e Russia lo vogliono morto

Potrebbe avere finalmente un volto il boia più spietato dell’Isis conosciuto come “il bulldozer”, su cui pende una sentenza di morte dei reparti speciali russi ed occidentali. Le informazioni sul bulldozer sono sempre state molto scarse: sovrappeso, spietato, carnefice sanguinario specializzato nel torturare i bambini. Forse di origine curda. Sebbene ci siano delle evidenti differenze di peso tra l’uomo immortalato per la prima volta lo scorso ottobre e quello protagonista del video pubblicato poche ore fa, i servizi segreti occidentali sono abbastanza certi che si tratti della stessa persona. Il bulldozer ha decapitato uomini e reciso arti di numerosi bambini: questa la punizione per chi non si consacra allo Stato islamico. La priorità per l’eliminazione di questo bersaglio è altissima. Occidentali e russi, infatti, temono che questa nuova figura possa diventare un nuovo distorto esempio come il Boia. L’inglese Mohammed Emwazi, jihadista borghese di 27 anni, è stato eliminato alle 23:41 di giovedì,12 novembre, nei pressi del tribunale islamico della città di Raqqa, capitale dello Stato islamico, da tre droni durante una missione di sorveglianza armata. Jihadi John, era noto tra i reparti speciali occidentali come "Dead Man Walking" (Morto che cammina). Su di lui, pendeva la condanna di morte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia.

La prima foto del bulldozer (che i reparti speciali occidentali hanno ribattezzato il “porco”) scattata con un cellulare risale allo scorso ottobre quando recise con una mannaia, durante un'esecuzione pubblica, la mano ed un piede di un ragazzo di 14 anni che si era rifiutato di entrare a fare parte del califfato. Il quattordicenne era stato catturato nei pressi di Deir Ezzor, in Siria e rinchiuso a Mosul, nel nord dell’Iraq.

Secondo la ricostruzione dei prigionieri scampati alla morte, a chi viene catturato è offerta una possibilità: combattere per l’Isis o affrontare il bulldozer. L’Isis costringe anche i bambini a guardare le esecuzioni ed incita i giovani ad effettuarle materialmente.

Sono stato più volte violentato e torturato pubblicamente – raccontò il ragazzo in un documentario andato in onda su Channel 4 – ma non era nulla rispetto a quando un giorno, dinanzi ad una folla inferocita, quell’uomo mi ha tagliato la mano ed un piede.

“Mi ha messo davanti gli occhi i miei arti recisi e li ha poi venduti alla mia famiglia, per poche centinaia di dollari”.

Nel califfato è comunque una sorta di celebrità. Lo chiamano il “bulldozer di Fallujah”, in risposta probabilmente a “Shaitan Al-Ramadi”, il “Diavolo di Ramadi”, il Seal Chris Kyle.

Proprio da Fallujah provengono le storie più fantasiose sul bulldozer, come quella che girerebbe armato con una mitragliatrice Browning M2 calibro ’50, pesante circa 40 kg senza munizioni e solitamente

installata sui pick-up o che per sollevare la sua mannaia sarebbero necessari tre uomini. La sua popolarità lo pone tra gli obiettivi ad altissima priorità nell’esclusiva kill list dei reparti speciali occidentali e russi.

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