Così i vescovi europei orientano i cattolici sui migranti

È stato questo l’obiettivo delle conferenze episcopali europee (Ccee) che si sono riunite a Stoccolma, dal 13 al 15 luglio scorso, per l’incontro annuale dei vescovi e dei delegati responsabili per la pastorale dei migranti

Così i vescovi europei orientano i cattolici sui migranti

In Svezia per cercare di influenzare il punto di vista di cattolici e non sui migranti. È stato questo l’obiettivo delle conferenze episcopali europee (Ccee) che si sono riunite a Stoccolma, dal 13 al 15 luglio scorso, per l’incontro annuale dei vescovi e dei delegati responsabili per la pastorale dei migranti.

L’incontro, svoltosi su invito del vescovo locale, il cardinale carmelitano Anders Arborelius, responsabile della sezione “Migrazioni” della Commissione Ccee per la Pastorale Sociale, si è ispirato al tema "Inspiring changes: formare, informare e sensibilizzare sulla mobilità umana".

I delegati, arrivati da diverse parti d’Europa – il Consiglio delle Ccee include attualmente 33 Conferenze Episcopali Europee ed è presieduto dal cardinale italiano Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova – si sono concentrati sul come comunicare, informare e formare la gente, "sia all’interno che all’esterno della comunità cristiana", sulla "giusta" percezione del fenomeno migratorio, su come combattere le "fake news" che popolano i social e, secondo gli organizzatori, alterano la realtà che riguarda le migrazioni (anzi, come affermano eufemisticamente, "la mobilità umana").

Una parte dell’iniziativa ha previsto anche la presenza di alcuni ospiti che hanno relazionato sul fenomeno migratorio. Questi esperti hanno impostato i loro interventi intorno all’opinione che "il fenomeno migratorio non è solo una questione economica, sociale, demografica, culturale e politica" ed anche sul fatto che esso "è diventato un argomento sempre più politicizzato" e per tale motivo, secondo le Ccee, una corretta comprensione delle ragioni del "movimento umano globale", della presenza dei migranti e del loro inserimento nelle varie realtà europee "passa attraverso la comunicazione".

José María La Porte, ha introdotto il tema "Immigrazioni e opinione pubblica: le dinamiche dell’informazione". Il decano della Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pusc, la Pontificia Università della Santa Croce di Roma, l’Università vicina all’Opus Dei, ha spiegato che il fenomeno migratorio all’interno del continente europeo "è stato ed è salutare per la fede, perché molti cristiani giunti dall’Est europeo, dal Medio Oriente o dall’Africa hanno mantenuto e vivono la loro fede nei Paesi di accoglienza, spesso marcati da un forte processo di secolarizzazione".

Lo stesso La Porte ha riconosciuto le incomprensioni, gli atteggiamenti ostili presso le comunità accoglienti nei confronto dei migranti, attribuendoli, però, ad "una errata gestione" o alla "cosciente manipolazione del fenomeno migratorio attraverso i mezzi di comunicazione sociali".

Durante il penultimo giorno di incontri, sabato 14 luglio, i partecipanti si sono confrontati su "Come la Chiesa usa i media per parlare delle migrazioni" e su "Come la Chiesa forma e informa i suoi fedeli riguardo al fenomeno della migrazione". Ai delegati, per queste riflessioni si sono aggiunti i rappresentanti della Caritas della Svezia, della Commissione Cattolica Internazionale Migrazioni e della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Attraverso il comunicato stampa multilingue della tre giorni, diffuso in italiano da Thierry Bonaventura, si ammette candidamente che le Caritas nazionali hanno realizzato "campagne mediatiche su vari reti sociali adattate alla specificità dei singoli contesti nazionali. Questo è particolarmente evidente nella campagna #whatishome volta a sensibilizzare gli utenti sul tema della ‘casa’", e sulla promozione di una cultura dell’incontro che correggere "l’immagine errata propugnata dalle numerose ‘fake news’ che circolano nella rete" a proposito di migranti, per "costruire una narrativa positiva".

Dal canto suo, la Commissione Cattolica Internazionale Migrazioni è stata impegnata nel favorire, attraverso vari progetti portati avanti in varie parti del mondo, le linee guida indicate da Papa Francesco e sintetizzate con le parole "Accogliere, proteggere, promuovere e integrare".

Il Segretario Generale del Ccee, monsignor Duarte da Cunha, e il segretario della Commissione delle Ccee sulla Pastorale Sociale, don Luis Okulik, hanno sottolineato "l’importanza di comunicare quanto di bello la Chiesa fa; l’urgenza di un uso appropriato del linguaggio utilizzato quando si parla della mobilità umana; di inquadrare chiaramente i singoli eventi, troppo spesso decontestualizzati; e di sfidare la narrativa comune, accettando innanzitutto l’incontro con l’altro, amandolo non in astratto, ma nella concretezza del quotidiano. Nell’ambito delle migrazioni, le opere hanno più forza di molte parole, spesso inadeguate a dare ragione del dramma e della solitudine vissuta da tante persone lontane dalla propria patria".

Domenica 15

luglio la tre giorni pro-migrazioni si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa in presenza delle comunità di migranti nella Chiesa di Santa Eugenia di Stoccolma e con la visita all’Abbazia di Santa Brigida a Vadstena.

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