"A chi fugge dalle persecuzioni dal terrore e dalla guerra, sappiate che i canadesi vi daranno il benvenuto, non importa quale sia la vostra fede. La diversità è la nostra forza". È una presa di posizione netta quella del premier canadese Justin Trudeau, che così si oppone al decreto con cui Donald Trump ha temporaneamente bloccato l'immigrazione da sette Paesi a maggioranza islamica, cancellando intanto a tempo indeterminato il progetto di accoglienza per i profughi dalla Siria.
Un "no" a politiche simili che arriva mentre, oltre il confine con l'America, si segnalano già i primi respingimenti e da New York arriva la sentenza di un ribunale che annulla parzialmente e temporaneamente gli effetti del decreto, per chi sia già nel Paese o con regolare visto.
Una decisione resa necessaria da diversi episodi che si sono verificati ieri e che dovrebbero riguardare dalle 100 alle 200 persone, fermate negli aeroporti o mentre erano in transito.
"La nostra politica consiste nel disporre di un certo numero di programmi su basi volontarie per accogliere nel Paese i profughi siriani, in particolare coloro che sono maggiormente vulnerabili, ma anche nel fornire contributi finanziari significativi per aiutarli e sostenerli negli Stati che circondano la Siria", ha invece detto Theresa May.
Una risposta più diplomatica, la sua, ribadita sostenendo che se personalmente non è d'accordo, la questione "riguarda gli Stati Uniti". Intanto Nadhim Zahawi, parlamentare inglese eletto con i Conservatori, accusa: non potrò più entrare. Rifugiato curdo, fuggì dall'Iraq con i genitori negli anni Settanta. Pur cittadino britannico, sostiene forte della conferma di funzionari dell'immigrazione, che non gli farebbero passare la frontiera.
Da Londra arriva anche il commento di Sadiq Khan, sindaco di origini pachistane della metropoli. "Un bando vergognoso e crudele - dice -, contrario ai valori di libertà e tolleranza".
Mentre sul sito ufficiale del governo sono più di 160mila le persone che chiedono di non invitare Trump in visita di Stato. Un po' tardi: ha già accettato durante la visita americana della May.Mentre la Merkel commenta: "Anche la necessaria lotta al terrorismo non giustifica" una misura basata "sull'origine e il credo".
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