Anche Seattle sposa la "ricetta" di Donald Trump. Nello Stato di Washington, sulla costa occidentale, non c'è contea che dica no al tycoon di New York, ormai sempre più vicino alla fatidica soglia dei 1.237 delegati necessari per ottenere matematicamente la nomination del Partito repubblicano. La schiacciante vittoria (76,2%) frutta a Trump 27 delegati: ora ne ha 1.131, che sommati ai 65 super delegati fanno 1.196. L'appuntamento decisivo, quello per chiudere la partita una volta per tutte, è il 7 giugno: si voterà in tre Stati, con 250 delegati in palio, 172 solo in California.
Anche Hillary Clinton si impone nelle primarie dello Stato di Washington: un successo che può aiutarla ad uscire dall'angolo in cui tenta di spingerla Bernie Sanders ma che non le fa ottenere alcun delegato. Nelle primarie democratiche in questo Stato, infatti, non erano in palio delegati, già assegnati con i caucus tenutisi il 26 marzo, dove Sanders (72,7%) portò a casa 74 delegati contro i 27 dell'ex first lady. Hillary guida la corsa con 1.768 delegati, contro i 1.497 di Sanders. Il traguardo si stacca a quota 2.383. Vuol dire che la Clinton deve ottenere almeno 615 delegati per chiudere la partita. Visto che dispone di ben 537 "superdelegati" (deputati e senatori, governatori e sindaci di grandi città), è a quota 2.305. Quindi, a conti fatti, gliene servono ancora 78. A Sanders ne servirebbero 844.
Il senatore del Vermont aprendo il suo intervento elettorale a San Bernardino (California) ha detto che Trump "non diventerà presidente". Così Bernie Sanders aprendo , dove le primarie sono in calendario per il prossimo 7 giugno.Sanders sta giarando la California in lungo e in largo, non intende abbandonare la corsa per la nomination nonostante il vantaggio quasi incolmabile con la rivale in termini di delegati. "Abbiamo l'energia e l'entusiasmo per vincere", ha rimarcato Sanders, presentandosi come l'uomo giusto per battere il tycoon newyorchese nella corsa per la presidenza.
Tensioni e arresti al raduno di Trump in New Mexico
Ad Albuquerque, New Mexico, all'interno del Convention Center, l'edificio dove Trump stava tenendo un comizio, ci sono state violente contestazioni. Durante il suo intervento il tycoon è stato ripetutamente interrotto da un gruppo di oppositori che hanno urlato a squarcia gola slogan, mostrato cartelli e opposto resistenza all'intervento della polizia. Trump ha reagito con sarcasmo: prima li ha invitati ad "andare a casa dalla mamma", poi, ad uno di loro ha chiesto "quanti anni ha questo bambino? Ha ancora i pannolini". I fan del miliardario di New York hanno replicato inneggiando alla "costruzione del muro", con chiaro riferimento alla barriera che Trump intende erigere al confine col Messico.
Tafferugli anche all'esterno dell'edificio con le forze dell'ordine, che secondo l'agenzia Ap hanno usato lo spray urticante e lacrimogeni, anche se la polizia smentisce (guarda le foto). I manifestanti hanno lanciato sassi e bottigli, bruciando t-shirt con lo slogan di Trump, "Make America Great Again". Gli agenti di polizia, schierati in tenuta antisommossa, hanno tratto in arresto diverse persone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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