Turchia, decapitato un golpista al grido di "Allah Akbar"

I sostenitori islamisti di Erdogan uccidono e seviziano un soldato sul ponte del Bosforo

Turchia, decapitato un golpista al grido di "Allah Akbar"

Un soldato turco trucidato e decapitato sul ponte del Bosforo da islamisti sostenitori di Erdogan. Il video è apparso sul web e su un canale YouTube, prima di venire rimosso. La notizia è stata rilanciata da diversi quotidiani internazionali tra cui l’Independent, il Mirror e la Bbc.

Nelle immagini appare un soldato riverso in un lago di sangue, con la testa amputata e circondato dai sostenitori del governo-regime Akp. Circolano inoltre immagini di altri soldati che nonostante si siano arresi, vengono pestati a sangue con manganelli da esagitati islamisti che gridano “allahu akbar” (Dio è grande).

Gli stessi islamisti che ieri sera Erdogan aveva chiamato in strada per aiutarlo a salvare il proprio “governo democraticamente eletto” che oramai di democratico non ha più nulla.

Quasi 3mila i soldati arrestati e raggruppati negli stadi, in scene che ricordano il golpe di Pinochet del 1973. Erdogan ordina inoltre l’arresto di 9 giudici della Corte Suprema, la rimozione di altri 2745 e la destituzione di 5 generali e 30 colonnelli. Numeri ovviamente destinati a crescere. Inutile poi far riferimento a eventuali provvedimenti nei confronti di stampa e media, visto che erano già stati silenziati ben prima del golpe.

Tutto ciò mentre Stati Uniti e UE si schierano con Erdogan e parlano di “rispetto dell’ordine democratico” da parte dei golpisti.

Una situazione che ha dell’incredibile visto che non stiamo parlando di un problematico Paese del centro America ma piuttosto di un membro della Nato nonché candidato ad entrare in UE. Washington e Bruxelles dovranno prendere posizioni nette e soprattutto giustificarle adeguatamente, perché oramai si è oltrepassato il punto di non ritorno.

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