È entrata in azione la polizia al confine tra l'Ungheria e la Serbia, lanciando gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere un gruppo di migranti che era riuscito a superare la barriera eretta sulla frontiera.
Un gruppo di "violenti", secondo quanto dicono le autorità di Budapest, che aggiungono che le forze dell'ordine stanno "adottando misure legittime e proporzionate per proteggere il confine del Paese e la frontiera esterna dell'Unione Europea".
L'Ungheria ha invitato le autorità serbe ad agire contro i "violenti", annunciando una chiusura della frontiera di Roszke-Horgos che durerà trenta giorni. Il primo ministro gli ha risposta condannando il trattamento riservato ai migranti.
È però diversa la versione fornita da un funzionario delle Nazioni Unite presente sul posto, secondo cui i migranti non avrebbero superato la barriera. C'è inoltre la testimonianza dei giornalisti della Reuters presenti sul posto, secondo cui non ci sarebbero uomini armati tra i migranti.
Le tensioni sono esplose a Horgos, con un gruppo di persone che volevano proseguire il proprio viaggio, dirette verso Austria e Germania. Secondo la polizia "ci sono persone armate di tubi e bastoni", un gruppo "non identificato" contro cui sono stati utilizzati i cannoni ad acqua.
Secondo l'agenzia dell'Onu per i rifugiati diverse persone sono rimaste ferite negli scontri al confine e alcuni bambini sono stati separati dai genitori. Trecento i feriti, secondo fonti mediche, Il comportamento di Budapest, ha commentato il segretario generale Ban Ki-moon, "è inaccettabile".
Accampati sulla frontiera
Sono circa tremila, secondo la ong Intersos, le persone accampate al confine tra i due Paesi, che sperano di varcare la frontiera. Francesco Sinchetto, che coordina le attività sul posto, sottolinea le condizioni difficili in cui si trovano: "Non ci sono servizi igienici né ripari. Si sono accampati dove hanno potuto".
Nel frattempo le autorità ungheresi hanno condannato il primo migrante entrato nel Paese in modo illegale. Si tratta di un uomo iracheno, Swadi Talib, processato per direttisima e condannato a rimanere lontano dal Paese per un anno. "È un messaggio per gli altri, per i potenziali colpevoli che non dovrebbero commettere questo crimine", ha detto il giudice che si è occupato del caso.
Orban: "Se passano le quote le accetteremo"
Dopo la costruzione di una barriera alla frontiera con Serbia e Romania, il presidente Orban ha annunciato l'ampliamento anche del muro al confine con la
Croazia. In una intervista con Die Welt ha poi chiarito che le dovesse essere approvata l'iniziativa Ue sulle quote di profughi da ridistribuire, allora Budapest non dira di no: "Sono una legge e dobbiamo accettarla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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