"Lo sapevi? Dall'inizio della crisi migratoria, il numero di casi molestie alle donne in Europa ha avuto un picco". Negli ultimi mesi, che hanno accompagnato un'accesa campagna referendaria, le strade dell'Ungheria sono state tappezzate di cartelloni che legano il terrorismo islamico all'immigrazione. E sulla difesa dei confini e della tradizione del proprio popolo il premier Viktor Orban si è giocato tutto. L'affluenza si è, tuttavia, fermata del 43,42%. Senza il quorum è così fallita la consultazione popolare sulle quote europee per la redistribuzione dei migranti.
"Solo il parlamento ungherese potrà decidere con chi vogliono vivere gli ungheresi". Dopo aver votato a Budapest nel referendum sul sistema di quote per la ripartizione dei migranti tra gli Stati Ue, Orban ha messo in chiaro che non sarà il mancato raggiungimento del quorum minimo di partecipanti al voto a farlo desistere dalla lotta contro quell'Unione europea che ha aperto le porte a milioni di immigrati. "Le conseguenze giuridiche entreranno in vigore in ogni caso - ha tuonato il premier - lo faremo se la votazione è valida, ma anche se non lo è. L'unica condizione è che ci siano più 'no' che 'sì'". E così è. Il 98,3% degli elettori che è andato a votare si è, infatti, espresso contro il piano europeo di ripartizione dei migranti. La consultazione è comunque fallita per la mancanza del raggiungimento del quorum. "L'Unione europea - ha insistito Orban - dovrà comunque tenerne conto".
Da mesi il suo governo si oppone categoricamente al meccanismo voluto da Bruxelles, che prevede il Paese accolga poco meno di 1.300 profughi sul totale dei 160mila da trasferire da Italia e Grecia in altri Stati comunitari di tutta l'Ue."L'Unione europea vuole piazzare in Ungheria decine di migliaia di profughi senza consultare il parlamento ungherese", ha denunciato Orban spiegando che "i migranti mettono in pericolo la cristianità e la sicurezza del Paese e dell'Europa nel suo insieme".
Orban è a capo della fila degli oppositori della politica di apertura della cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui l'Unione europea ha il dovere di accogliere tutti gli immigrati.
Dallo scorso settembre, quando centinaia di migliaia di disperati in fuga da guerre e fame hanno attraversato il Vecchio Continente diretti verso i Paesi più ricchi del Nord Europa, Budapest ha chiuso con una barriera e 8mila militari il confine con la Serbia e la Croazia e ha introdotto una serie di leggi che prevedono il carcere per chi entra illegalmente nel Paese e l'espulsione per chi è intercettato subito dopo l'attraversamento del confine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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