Negli Stati Uniti, lo Shenandoah Valley Juvenile Centre (Svjc) è finito nel mirino dei media e della giustizia. Tale centro di detenzione per immigrati minorenni, situato in Virginia, sarebbe stato teatro di violenze fisiche e psicologiche nei confronti di giovani latinoamericani. La direzione della struttura è stata citata in giudizio, sulla base delle testimonianze-choc fornite, sotto giuramento, da sei ex-detenuti. I responsabili del centro hanno ribadito la professionalità degli addetti alla sorveglianza.
Le denunce a carico dell’Svjc attengono a fatti avvenuti dal 2015 al 2018 e sono state formulate da minorenni latinoamericani arrestati con l’accusa di appartenere a una gang. Il più giovane dei sei ex-detenuti è un quattordicenne, mentre gli altri non superano i 17 anni di età. Tutti concordano nel definire il personale della struttura “brutale e sadico”. Essi hanno fornito ai giudici della Virginia particolari inquietanti della loro vita da carcerati. Secondo i giovani latinos, le guardie erano solite picchiare i detenuti per ogni minimo diverbio e avrebbero architettato delle vere e proprie torture ai danni dei minori. I sei che hanno presentato la denuncia affermano di essere stati lasciati, ammanettati a una sedia, ore e ore all’interno di una cella gelida. Durante tale “punizione”, gli agenti della prigione li avrebbero insultati e derisi.
La versione degli ispanici è stata duramente contestata dai vertici dell’Svjc, i quali hanno promesso di difendere con ogni mezzo la reputazione del centro. Quest’ultimo, munito di 58 celle, è stato finora definito dai media “l’inferno delle gang”. Esso, infatti, ha “ospitato” principalmente presunti membri della Mara Salvatrucha, una pericolosa banda criminale nata in Centroamerica. I responsabili della struttura hanno ribadito la correttezza del proprio operato. Tuttavia, ad aprile di quest’anno, gli stessi avevano segnalato alle istituzioni gravi carenze di personale. Nel mese suindicato, la direzione dell’Svjc ha presentato a una sotto-commissione del Senato un rapporto inerente alle difficoltà della prima nel fornire ai soggetti in custodia la dovuta assistenza sanitaria e psicologica.
Lo staff del Presidente Trump non ha rilasciato finora alcun commento sulla vicenda. Dietro un analogo silenzio si sono trincerati il Dipartimento della Salute e gli addetti al Programma nazionale per il Ricollocamento dei Rifugiati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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