La versione di Battisti: "Andavo in Bolivia per pescare e bere vino"

L'ex terrorista latitante in Brasile fornisce la propria versione dei fatti sull'arresto di cinque giorni fa: "Non stavo tentando di scappare, posso lasciare il Brasile quando voglio"

La versione di Battisti: "Andavo in Bolivia per pescare e bere vino"

Una gita al fiume, per pescare e comprare vini e articoli di cuoio: non è un romanzo di Ernest Hemingway ma la versione di Cesare Battisti.

L'ex terrorista rifugiatosi in Brasile fornisce la propria versione dei fatti sul tentativo di fuga in Bolivia che ppena settimana scorsa ha portato al suo arresto. Parlando con l'emittente locale Tv Tribuna, Battisti ha incontrato i cronisti in una casa di Cananeia, a 260 chilometri da San Paolo.

"Ero con due amici, stavamo andando a pescare e a comprare vini e articoli di cuoio. Prima di arrivare alla frontiera ci hanno fermati e poi subito dopo. Ho avuto l’impressione che fosse tutto preparato da tempo. Hanno rivoltato la nostra auto come un calzino. Mi hanno accusato di esportazione illegale di valuta, ma c’è un grande errore; quei soldi erano da usare tra noi tre, quindi non abbiamo superato nessuna soglia, non capisco perché me li abbiano attribuiti tutti a me".

L'ex terrorista inoltre ha sostenuto di essere libero di entrare e uscire dal Brasile in ogni momento, "perché non sono un rifugiato politico, ma un immigrato con un visto permanente". L'intento era quello di porre l'accento sul motivo dell'arresto: Battisti è stato fermato per esportazione illegale di valuta e non perché non potesse lasciare il Paese: "Non capisco - ha detto - perché si voglia far credere che stavo fuggendo o scappando. Adesso sto organizzando la mia difesa, ma è chiaro che quanto detto dal primo giudice a Corumbà non sta né in cielo né in terra".

Ad ogni modo

l'ex terrorista si dice tranquillo rispetto all'eventualità di un'estradizione in Italia: "il decreto per annullarla risale al 2010 e dopo ciqnue anni non si può più tornare indietro da quella decisione".

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