"La situazione dei cristiani in Iraq è molto difficile, forse è il momento più difficile della loro storia bimillenaria: la loro esistenza nella terra dei Padri è messa in grande pericolo". Lo ha detto monsignor Saad Sirop Hanna, vescovo ausiliare dei cattolici caldei di Bagdad, intervenendo alla festa dell’Udc a Chianciano Terme, dove ha celebrato questa mattina la santa messa in memoria dei cristiani perseguitati nel mondo. "L’arrivo dell’Isis, che vuole istituire uno stato islamico in Siria e Iraq, con la conquista di tre grandi città irachene, ha causato un danno gravissimo alla comunità cristiana - ha aggiunto monsignor Hanna -. Oggi in queste tre città non c’è più nessun cristiano, sono stati tutti cacciati via. Dodici villaggi cristiani sono stati occupati dall’organizzazione terroristica dell’Isis e i cristiani sono stati costretti a lasciare la loro terra. L’autoproclamato califfato dello stato islamico dell’Isis applica un integralismo fanatico e terrorizza la vita dei cristiani, portando la totale intolleranza".
"La scomparsa da Mosul dell’intera comunità cristiana è un terribile segno - continua il vescovo - perché significa la cancellazione di un pezzo della storia del cristianesimo. I terroristi del’Isis hanno marchiato le nostre case con la lettera 'N' di Nazareno, cioè Gesù, che loro considerano segno di infamia, di inferiorità razziale e religiosA. Hanno distrutto il patrimonio culturale e religioso delle nostre città: 120mila cristiani hanno lasciati le loro case, le loro chiese, le loro scuole, le loro terre; sono usciti, andati via, fuggiti senza niente, verso il Kurdistan e le nazioni vicine".
"Questi nostri fratelli - conclude Hanna - oggi vivono drammaticamente in tende, in condizioni difficili, senza cibo, senza acqua pura, in una situazione sanitaria precaria, senza medicine. I padri di famiglia senza lavoro sono incapaci di rispondere ai bisogni essenziali dei loro figli".
Il Papa prega per i cristiani perseguitati
"Pensiamo con commozione a tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo". Lo ha chiesto Papa Francesco ai fedeli radunati in piazza San Pietro per l’Angelus. Il Pontefice non ha citato gli ostaggi decapitati dai miliziani dell’Isis, ma ha osservato che persecuzioni e uccisioni si verificano "specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata". Secondo Bergoglio "questo accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti, e
538em;">specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni". I cristiani perseguitati - come ha ricordato in diverse occasioni lo stesso Pontefice - sono infatti oggi più numerosi che in altre epoche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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