Niente garanzia, niente firma. Il governo non appoggerà la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020. A deciderlo, dopo un lungo Consiglio dei ministri, è stato il presidente del Consiglio Mario Monti che, durante un Consiglio dei ministri concitato, non ha nascosto di essere seriamente preoccupato dagli eventuali costi dell'operazione e dal rischio che la candidatura possa rivelarsi un vero e proprio buco nell'acqua. "Non pensiamo - ha spiegato il premier - sarebbe coerente impegnare l’Italia in questa garanzia che potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti". Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha tuttavia assicurato che "non mancheranno" altre iniziative per valorizzare lo sport italiano.
I timori del governo hanno radici profonde: il default della Grecia. Le conseguenze dei Giochi Olimpici di Atene nel 2004 sono sotto gli occhi di tutti: il buco economico generato dalle Olimpiadi è stato, con buone probabilità, il primo passo verso il default che sta mettendo in ginocchio la moneta unica e i Paesi dell'Eurozona. Al termine del Consiglio dei ministri, il governo ha detto chiaramente che, nelle attuali condizioni economiche in cui si trova l'Italia, non sarebbe un atteggiamento responsabile impegnarsi a sostenere i costi delle Olimpiadi. Monti non ha voluto fare paragoni tra l'Italia e la Spagna che si è schierata ai nastri di partenza per arrivare ad ospitare i Giochi. Il premier ha sottolineato che "la caratteristica centrale del nostro governo" è quella di pensare "non solo ai prossimi mesi". "In passato il sistema politico ha raramente gettato lo sguardo al di là dei prossimi mesi - ha detto il Professore - noi ci preoccupiamo per i giovani, della generazione futura". Nella politica messa in campo da Monti c'è, infatti, la possibilità che la traiettoria dell’Italia possa dipendere per numerosi anni a venire dal successo o meno di questo esecutivo. Il premier si è lanciato in un paragone "militare" spiegando che il sistema Italia è legato al fatto se "il decollo funziona o no". D'altra parte, è il ragionamento del Professore, il Belpaese si trova in quei mesi in cui è "prematuro sganciare la cintura di sicurezza".
Nei giorni scorsi si erano moltiplicati gli appelli del sindaco di Roma Gianni Alemanno al premier affinché sostenesse il progetto. Ad appoggiare la candidatura della Capitale c'erano tutte le parti sociali: dagli imprenditori ai sindacalisti. Con loro - va da sé - anche il mondo dello sport. Meno compatta si era, invece, mostrata la politica, sebbene Alemanno avesse assicurato che i privati avrebbero sostenuto con 400 milioni di euro la realizzazione della città dello sport di Tor Vergata. "Questo fa diventare in attivo i Giochi", aveva detto il sindaco spiegando che su 4,7 miliardi di investimenti pubblici finora si prevedeva un ritorno fiscale di 4,6, ma "se l’investimento pubblico diventa di 4,3 miliardi, l’attivo è di 300 milioni". Ma i dubbi erano, comunque, rimasti. Antonio Di Pietro aveva chiesto: "Chi paga queste Olimpiadi?". La Lega Nord si era subito schierata contro il progetto. "Sarà una grande mangiatoia di nuovo?", si era chiesto nei giorni scorsi l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni. Adesso, dopo il "no" di Monti, i lumbard esultano: "Roma ha già vinto le Olimpiadi del debito". Umberto Bossi condivide: "Una decisione ottima, a Roma fanno solo casino". E ironizzza: "Monti poteva dargli quelle invernali".
Prima di comunicare la scelta in una conferenza stampa, Monti ha incontrato Alemanno che ha subito fatto sapere che non si dimetterà dal comitato. "Monti ha dato delle motivazioni molto chiare - ha spiegato il sindaco di Roma - anche se non condivisibili". Lo stesso Mario Pescante, presidente del Comitato promotore Roma 2020, ha ribadito che quello presentato all'esecutivo era un progetto serio: "Anche il progetto economico era molto serio ma è facile dare delle garanzie così in bianco". Il Comitato promotore ha subito incassato il sostegno del Pdl che ha chiesto la convocazione di Monti in Parlamento per motivare la sua decisione. Fabrizio Cicchitto che ha parlato di "grave errore". Secondo il capogruppo alla Camera, i Giochi avrebbero potuto "essere un fattore di sviluppo". "Non si vive solo di pane e banche", ha chiosato l'ex ministro Ignazio La Russa. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani si è, invece, detto soddisfatto per la "scelta responsabile".
I vertici di via del Nazareno hanno, subito, colto l'occasione per puntare il dito contro "l'incapacità di Alemanno a governare" la Capitale. In serata il segretario del Pdl, Angelino Alfano, dice che "è un occasione sprecata perché non può passare l’idea che l’Italia sia un Paese senza fiducia e speranza nel futuro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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