Non pochi motociclisti amanti del marchio giapponese, tradizionalmente orientato alla sportività e alle iper-prestazioni, hanno storto il naso di fronte alla notizia dell’arrivo nelle concessionarie di uno scooter marchiato Kawasaki.
Ma c'era davvero bisogno di entrare in questo segmento? La risposta è: sicuramente sì. In un mercato contratto come l'attuale, tutti i Marchi del mondo (auto e moto) stanno uscendo dai propri binari di orgine per esplorare nuovi segmenti e catturare nuovi clienti. Anni fa fece la stessa mossa anche Porsche, ad esempio, che si è lanciata nel mondo dei SUV (con grandi critiche iniziali tramutate in grandi successi commerciali), per cui non c'è ragione perchè un marchio sportivo come Kawasaki non debba allargare la propria gamma verso il commuting che è e resta una delle aree più interessanti, anche per numeri di vendita. E poi chi l’ha detto che un motociclista non potrebbe apprezzare la guida e la funzionalità del nuovo J300? Abbiamo provato sul campo lasciando lo scooter in mano a un motociclista per una settimana, con risultati interessanti. (leggi qui il resoconto di un motociclista per una settimana alla guida del Kawasaki J300).
Fatto sta che in Kawasaki hanno deciso di buttarsi nella mischia, sfurttando una partnership con Kymco e arricchendo il J300 con molti dettagli curati che strizzano l’occhio agli amanti della sportività tipica del marchio: ad esempio il cupolino è piuttosto basso, la livrea ricorda quella delle moto di Akashi, la forma della sella, la presenza del contagiri e le leve al manubrio regolabili.
È sportivo Il J300 ma non rinuncia alla funzionalità, grazie a un vano sottosella piuttosto capiente dotato di luce di cortesia e a una pratica presa per ricaricare lo smartphone.
Nonostante i tratti dinamici e aggressivi, quando si monta in sella il J300 rivela una posizione confortevole, per nulla caricata sul manubrio (non è per intenderci quella dello Yamaha TMax). La pedana è piatta e abbastanza spaziosa ma costringe i piloti più alti a una posizione leggermente raccolta.
Non è difficile poggiare i piedi a terra – la sella è rastremata e posta a 775 mm da terra - e, nel traffico cittadino, il J300 si dimostra molto equilibrato: negli slalom a bassa velocità o in caso di inversione a “U” in un strada stretta, lo scooter Kawasaki è molto stabile e vanta un raggio di sterzata da record.
Il motore di 299 cc e 28 cv di potenza massima è pronto, regolare ad ogni regime di giri e spinge forte, se confrontato con altri scooter di pari cilindrata, e ciò anche grazie a una specifica mappatura.
Per quanto riguarda il comfort di marcia, la protezione dall’aria è sufficiente, anche a velocità elevate (chi scrive è alto 180 cm) e le vibrazioni non sono mai fastidiose.
Nella guida cittadina, con fondi caratterizzati da pavé e tombini, si pagano leggermente le sospensioni tarate sul rigido, che però, sulle strade tortuose fuori dalla città regalano qualche soddisfazione anche quando si forza il ritmo: il Kawasaki J300 è efficace nei cambi di direzione e stabile sui curvoni, salvo qualche piccolo ondeggiamento a velocità proibite comunque del tutto controllabile. Gli ammortizzatori posteriori sono comunque regolabili nel precarico della molla e possono ulteriormente migliorare la situazione. Ottima la frenata, sia per mordente sia per modulabilità, con leve dalla risposta più vicina a quella di una moto che a quella di uno scooter. Frenata per di più assistita dall’ABS opzionale che naturalmente ci sentiamo di consigliare.
Il J300 nelle colorazioni Silver Metallizzato e Nero Metallizzato costa 4.
730 euro franco concessionario; la versione Special Edition con fregi verde Kawasaki è in listino a 4.880 euro. L'ABS è optional per tutte le versioni e costa 400 euro in più.Vuoi conoscere tutto sul mondo di auto e moto? Approfondisci su RED Live
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