Anfore antiche sequestrate e restituite al Parco di Pompei

I reperti scoperti nell'abitazione di un imprenditore di Torre del Greco che era finito nei guai col Fisco. La consegna alla Sovrintedenza

Anfore antiche sequestrate e restituite al Parco di Pompei

Anfore sequestrate a indagato per evasione fiscale, i reperti archeologici sono stati restituiti alla Sovrintendenza del Parco di Pompei. L’iniziativa della Guardia di Finanza e della magistratura che hanno consegnato al direttore del Parco Archeologico le anfore sequestrate, nei giorni scorsi, a un imprenditore di Torre del Greco, in provincia di Napoli.

La consegna, avvenuta nella giornata di ieri, è avvenuta in ossequio al protocollo di intesa e di collaborazione tra istituzioni sul delicato fronte della tutela del patrimonio archeologico della regione alle falde del Vesuvio.

A motivare la decisione degli inquirenti è stata la necessità di garantire “una più adeguata e idonea conservazione dei reperti archeologici” che sono stati scoperti integri e in ottimo stato di conservazione. Inoltre sarà utile anche al Parco archeologico, che così potrà esporre le anfore a favore dei tanti turisti che ogni giorno affollano lo straordinario sito di Pompei.

La scoperta dei finanzieri avvenne nell’abitazione di un imprenditore di Torre del Greco. Le fiamme gialle cercavano beni, denaro e oggetti preziosi che potessero soddisfare le pretese del Fisco. L'Erario, nei confronti dell’uomo, vanta un credito stimato in circa 300mila euro. Durante le fasi di controllo, i militari della compagnia di Torre Annunziata, in provincia di Napoli impegnati nell'esecuzione del decreto emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale oplontino, hanno rinvenuto due anfore antiche, l’una ritenuta di provenienza betica (provincia romana localizzabile in quella che oggi è la Spagna meridionale) e l’altra di fattura greco-italica. La prima risalirebbe al periodo tra il primo e il secondo secolo avanti Cristo, la seconda sarebbe ancora più antica e sarebbe collocabile temporalmente al IV secolo avanti Cristo. I reperti sono stati sottoposti alle perizie tecniche della Soprintendenza che ha confermato la loro autenticità. Il valore dei reperti, la cui detenzione da parte dell’uomo è stata considerata in violazione della normativa vigente disciplinata dal Codice dei Beni Culturali, era stato stimato in svariate migliaia di euro.

Ora le anfore sono state restituite alla collettività rinnovando, così, l’alleanza tra forze dell’ordine, magistratura e Sovrintendenza che già ad agosto scorso avevano firmato un protocollo di intesa, per la durata di due anni, finalizzato

alla tutela del patrimonio storico e culturale di Pompei e delle aree limitrofe che, come hanno dimostrato negli anni le indagini delle forze dell’ordine, subiscono l’assalto di tombaroli e affaristi.

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