Prima occupano, poi comprano i terreni e costruiscono

L’inizio è sempre lo stesso. Prima una roulotte, poi una baracca. Quindi dal legno ai mattoni il passo è breve. Dalla catapecchia alla villa con piscina invece un po’ meno. Eppure è quello che succede nelle aree di estrema periferia del Parco Sud. Una zona soprattutto, quella di Muggiano.
La solita. Quella dove scoppiano gli incendi, dove ci sono i campi nomadi autorizzati, gli insediamenti abusivi. Quella dove mesi fa un uomo passeggiando è stato sbranato e ucciso da un branco di cani. Quella stessa zona dove i nomadi hanno deciso di restare nomadi solo di nome e di non di fatto. Così a poco a poco sono diventati propietari di una bella fetta di terreno sulla quale poi hanno costruito una, due, tre case sempre più grandi e dove alla fine hanno preso anche la residenza. Allacciamenti tutti abusivi, ovviamente. Ma residenza regolare. Quando vengono denunciati per costruzione abusiva può succedere che non vengano costretti a demolire l’abitazione perché altrimenti la famiglia resterebbe all’addiaccio.
Una novità? Niente affatto. Nell’ultimo corposo libretto - datato marzo 2012 - inviato ogni anno dai vigili che si occupano di controllo del territorio al Comune e ai suoi assessori competenti e a tutte le zone di decentramento, venivano contati undici insediamenti in aree acquistate dagli zingari dove non era stato rispettato il vincolo agricolo o naturalistico. Liliana Mauri commissario aggiunto dei vigili che da anni ha a che fare con baracche, accampamenti, sgomberi e occupazioni, sta preparando coi colleghi un censimento dei pezzi di terreno nel quartiere di Muggiano che da orti sono diventate aree di proprietà.
Quello dei rom è infatti un problema in evoluzione. E ora i nuovi arrivi sono continui. Aumentano gli insediamenti e le persone. Lo ripete da mesi anche Riccardo De Corato: «In Romania circola la notizia che a Milano i Rom abusivi hanno ormai un trattamento di favore, dove non ci sono più sgomberi, o come è accaduto in Via Selvanesco vengono dati ai nomadi anche degli alloggi». O dove succede che si possano acquistare aree agricole e costruirci sopra la villa con piscina. Abusiva. Via Anghileri, Cusago, Martirano, Muggiano. Gli indirizzi ci sono. E come è successo è facile capirlo. Uscendo dai campi autorizzati a poco a poco gli zingari hanno prima occupato un piccolo pezzo di terra, un orto lasciato andare che nessuno curava più. Poi si sono fatti terra bruciata intorno.
Dopo poco l’offerta di acquistare anche qualche altro orto vicino oltre a quello occupato, c’è da credere che sia stata ben accolta dai pensionati che si sono trovati all’improvviso questi vicini. A cinque-seimila euro gli zingari hanno comprato il terreno. Il contratto è regolare. Poi hanno iniziato a costruire. Per luce e gas alcuni utilizzano generatori di corrente, altri hanno rabberciato allacciamenti abusivi. «Ovviamente - spiega ancora il commissario aggiunto Liliana Mauri - sono stati sotterrati i fontanili, provocando anche conseguenze per l’inquinamento dei terreni in quelle zone».
Eppure la legge c’è.

Si tratta del Dpr 380 del 2001, il testo unico per l’edilizia che regolamenta costruzioni e abusivismi. Ma anche se vengono avviati i procedimenti amministrativi e penali difficilmente le case poi vengono buttate giù. Quando si tratta di proprietà, l’allontanamento diventa una via difficilmente praticabile.

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