La Corte dei Conti ha presentato il giudizio di parifica sul bilancio 2018 della Regione. E le notizie non sono buone. I magistrati contabili hanno accertato un buco da 1,1 miliardi nel 2019. Un altro miliardo dovrà invece, essere coperto negli esercizi di previsione e in ogni caso non oltre la durata della legislatura regionale. Adesso parte la corsa contro il tempo per arrivare all'esercizio provvisorio e questo significa anche bloccare la spesa corrente. Durante la relazione i magistrati hanno chiarito nel dettaglio gli elementi del bilancio. Il risultato d'amministrazione viene definito "di dubbia attendibilità". Critico è anche il giudizio sulla gestione regionale incapace di raggiungere gli obiettivi minimi che si era prefissata. La manovra finanziaria è stata giudicata “inconsistente e poco efficace”. Un'ulteriore evidenza, secondo i magistrati, "è il costante e significativo scostamento dalle risultanze contabili del precedente esercizio finanziario. Né il Defr 2018-2020, né il bilancio di previsione - pur essendo stati approvati ad esercizio ampiamente in corso - né l'assestamento, sono informati al rispetto del principio di continuità degli esercizi finanziari, per non parlare degli esiti dei giudizi di parifica, al punto che, in talune fasi, l'attività della Regione sembra abbia avuto, piuttosto, finalità elusive". I magistrati contabili tuttavia, hanno dichiarato regolare il conto del bilancio della Regione siciliana esercizio finanziario 2018 ad eccezione di alcune irregolarità, come richiesto dalla procura generale. Tra questi, in particolare, il Fondo contenzioso, Fondo residui perenti, Fondo crediti dubbia esigibilità, Fondo perdite partecipate dichiarati irregolari. E ancora, i fondi vincolati, alcune partite per le entrate degli accertamenti per 5 milioni di euro, dei residui attivi per 75 milioni, 450 mila euro di residui passivi. Dichiarati irregolari, infine, il conto economico e lo stato patrimoniale.
Risulta chiara l'inconsistenza della manovra finanziaria. Adesso sarà necessario "trovare la copertura finanziaria nel bilancio di previsione 2019-2021, secondo le modalità stabilite dal Decreto legislativo 118/2011. Tale valore, sebbene inferiore a quello determinato dalla Corte in sede di parifica del rendiconto generale per l'esercizio 2017 - evidenziano i magistrati contabili - risulta comunque ben superiore ai pertinenti stanziamenti operati nel bilancio 2018 pari, al netto del capitolo 9, la cui funzione è unicamente di sterilizzazione dell'anticipazione di liquidità, a 866.415.996 euro - si legge nella relazione -. La predetta quota di competenza 2018, appunto di 1.103.965.100,71 euro risulta comunque non essere stata recuperata, stante il risultato complessivo di gestione negativo dell'esercizio pari a 1.026.618.749,46 euro".
Duro il commento del governatore della Regione Nello Musumeci. “La Corte dei conti conferma il disastro finanziario della Regione accumulato negli ultimi 25 anni - spiega il numero uno di Palazzo d'Orleans -. Peccato che in passato nessuno se ne sia accorto, a tutti i livelli. Ora si pretende che il governo Musumeci risani ogni cosa in ventiquattro mesi. E chi ieri fra i deputati ne è stato responsabile, oggi trova spudoratamente il coraggio di dare lezioni. Vergogna. Ci vorranno anni per sanare le ferite di una Regione fondata quasi sempre su sprechi, clientelismo e assistenzialismo. E noi abbiamo finalmente cominciato la bonifica”.
Non sono mancate le critiche da parte degli avversari politici che adesso accusano Musumeci. "Anomalie nella gestione dei documenti finanziari, obiettivi di risanamento completamente mancati, buco nero dei conti delle società partecipate, criticità estreme nella situazione dei liberi consorzi - dice il presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava -. Quello che più imbarazza è la certezza che questo Governo non ha soluzioni e idee, privo della necessaria autorevolezza e forza parlamentare per affrontare seriamente l'emergenza finanziaria". Per il deputato regionale Luigi Sunseri: "se Musumeci vuol esser credibile a Roma occorre che si presenti con un piano di riforme tale che possa rassicurare il governo nazionale sulla buona volontà di quello regionale nel sanare un bilancio ormai distrutto dalla mala politica in anni e anni di malefatte sulle spalle dei siciliani.
Se non intende farlo ha due strade: dimettersi o spegnere tutte le luci di ospedali, scuole e città e mettere in vendita Palazzo d'Orleans". Luca Sammartino presidente della Commissione Cultura, ha chiesto che Musumeci si presenti subito all'Ars.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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