Parcelle gonfiate, indagato consulente del Pm Avrebbe ritoccato note spese liquidate dalla Procura: è stato nominato in 144 procedimenti

Con le accuse di truffa ai danni dello Stato e frode fiscale, il pm Luigi Orsi ha messo sotto inchiesta il commercialista M.G., più volte nominato consulente tecnico del pubblico ministero e dell'ufficio del giudice civile e anche amministratore giudiziario di beni sequestrati.
Secondo gli inquirenti, il consulente avrebbe gonfiato le parcelle e le note spese presentate e poi liquidate dalle Procure di Milano, Como e Pavia e da una società le cui quote erano state sequestrate per la vicenda giudiziaria della discarica di Cerro Maggiore (Milano). Inoltre, grazie a una «doppia contabilità», per due anni avrebbe evaso le imposte per oltre 230mila euro.
Per il commercialista, il pm Orsi circa un mese fa aveva chiesto il carcere sostenendo, in particolare, che «la gravità dei fatti» contestati «è eccezionale». Il commercialista ha «truffato l'amministrazione giudiziaria arrecandole - si legge nella richiesta - una serie di danni» anche perché può «mettere in discussione la credibilità dell'organizzazione giudiziaria» e «a repentaglio anche la credibilità dei singoli magistrati». Tra questi ci sono i magistrati comaschi che hanno indagato sul Como Calcio e sul Genoa Calcio, dei quali è stato consulente a proposito di quelle inchieste.
Il gip Antonio Corte la scorsa settimana ha respinto la richiesta di misura cautelare, provvedimento contro il quale il pm ha proposto appello davanti al Tribunale del Riesame di Milano. L'udienza è stata fissata per fine mese.

Secondo la richiesta del Pm, il commercialista - che dal 2003 al 2006 è stato nominato per il solo Tribunale di Milano consulente di 144 procedimenti e amministratore o sindaco da parte di custodi giudiziari di azioni o quote di società poste sotto sequestro preventivo dal gip - «ha tradito tale e tanta fiducia nel più sistematico dei modi».
In sei casi avrebbe gonfiato le richieste di liquidazione delle parcelle, incassando indebitamente oltre 29mila euro.

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