da Roma
Avvocati armati di cronometro piazzati davanti ai semafori per misurare la durata del giallo, una psicosi da incrocio e atti di teppismo che dalle parti di Perugia sono cosa rara. Poi, soprattutto, un malcontento sconosciuto in una città che in sessantanni non ha mai voluto cambiare colore allamministrazione. La causa è unepidemia di multe. Uno «tsunami» di verbali, tutti figli degli stessi genitori: il Foto-red e il T-red. Nomi entrati nel gergo dei perugini e che indicano due apparecchi posti negli incroci tra le strade più trafficate della città, installati da una società, la Citiesse, su incarico del Comune. Il meccanismo è lo stesso dellAutovelox: le telecamere inquadrano le vetture che passano con il rosso e scattano la foto. Il comune intasca la multa tranne una parte che va alla società.
Allinizio i due cilindri piazzati sopra i semafori non hanno preoccupato più di tanto gli automobilisti perugini. Poi, a partire da gennaio, sono cominciate ad arrivare le multe: tante (tra 15 e 20mila su una popolazione di 160mila abitanti) e salatissime (158 euro e sei punti di patente in meno). Ci sono automobilisti che si sono visti recapitare anche quattro verbali, che significano uno stipendio polverizzato e la certezza di avere la patente ritirata.
Troppo anche per i pacifici perugini che, subito dopo le feste, si sono ammassati davanti allufficio dei vigili urbani per chiedere spiegazioni e ricevere copia dellimmagine incriminata, sostenuti da alcuni consiglieri dellopposizione di centrodestra che si sono piazzati con un camper davanti al municipio per dare assistenza legale. Anche le associazioni dei consumatori si sono mobilitate e sono fioccati i ricorsi.
La temperatura è salita a livelli critici quando è scoppiato il caso del «giallo». Il sospetto che si è fatto strada negli ultimi giorni è che la durata del tempo intermedio tra il verde e il rosso sia stata artificiosamente diminuita in modo da cogliere in fallo gli automobilisti umbri, forse troppo disciplinati per far scattare un numero soddisfacente di sanzioni. Quando lassessore alla Mobilità, Antonello Chianella, ha smentito («nessuna manipolazione, basta controllare la scatola nera presente in ogni semaforo»), un avvocato perugino - racconta il Corriere dellUmbria - si è munito di cronometro e telecamera e ha documentato lanomalia: «Nei semafori con il Foto-red T-red, il giallo dura tre secondi e non quattro come è stato detto dal comune». Senza contare che in altri incroci sprovvisti di telecamere, il giallo dura fino a cinque secondi. Fondata o no, la tesi del giallo ha spinto i multati più arrabiati a darsi al teppismo. Giovedì notte, armati di bastoni, hanno sabotato le telecamere, puntandole verso il cielo.
Sulle ragioni di unapplicazione tanto rigida e sistematica del Codice della strada loppozione ha pochi dubbi. Il Comune guidato dal sindaco Ds, Renato Locchi, questa in sintesi la tesi del centrodestra, sta cercando di ripianare il buco nei conti. Un altro modo di fare cassa, dopo laumento delle addizionali Irpef. È di questa idea il capogruppo di Forza Italia in Regione, Fiammetta Modena, che in qualità di avvocato, insieme alla sorella Laura, è andata oltre il ricorso per annullare multe e ha chiesto il risarcimento dei danni al comune per un suo cliente.
Il sindaco Locchi ha lasciato ancora una volta rispondere lassessore Chianella: «Nessun secondo fine, se non quello di salvaguardare vite umane». Se questo era lobiettivo è stato mancato, ha protestato il consigliere di An, Daniele Porena, che ha notato un aumento dei tamponamenti in prossimità degli incroci a causa di automobilisti che inchiodano al primo accenno di giallo.
Una situazione imbarazzante anche per il centrosinistra.
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