Politica economica

L'ombra di una guerra (commerciale) tra Ue e Cina: cosa può succedere

È questo il rischio che corre Bruxelles dopo l’avvio dell’indagine anti-sovvenzioni contro le importazioni delle auto cinesi annunciata da Ursula von der Leyen

L'ombra di una guerra (commerciale) tra Ue e Cina: cosa può succedere

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Una guerra commerciale tra Unione europea e Cina per i veicoli elettrici. È questo il rischio che corre Bruxelles dopo le ultime mosse effettuate, nello specifico in seguito all’avvio dell’indagine anti-sovvenzioni contro le importazioni delle auto cinesi annunciata da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. "I mercati globali sono ora inondati di auto elettriche cinesi più economiche. E il loro prezzo è mantenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali. Questo sta distorcendo il nostro mercato", ha detto von der Leyen nel suo discorso annuale sullo stato dell'Unione.

L’asse Parigi-Berlino

Grazie ai suoi massicci investimenti, la Cina si è affermata come il produttore dominante della tecnologia e delle batterie che alimentano le auto elettriche. Si prevede che le vendite globali di Ev cresceranno di quasi un terzo solo nel 2023, arrivando a più di 14 milioni di unità, per un valore di 560 miliardi di dollari. Come ha scritto il sito Politico, senza una concorrenza leale l’Ue teme di vedere la propria industria sopperire.

"Accolgo con favore l'indagine. Se questi sussidi non rispettano le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, l'Europa deve essere in grado di reagire", ha detto il ministro dell'Economia Bruno Le Maire a Berlino, durante una conferenza congiunta con l’omologo locale Robert Habeck. "Si tratta di concorrenza sleale. Non si tratta di tenere le auto ad alte prestazioni e a basso costo fuori dal mercato europeo; si tratta di vedere se ci sono sussidi nascosti, diretti o indiretti che creano un vantaggio competitivo ingiusto", ha detto.

Scintille tra Ue e Cina

Con la Cina che già controlla il 60% della produzione globale di batterie, Bruxelles teme che, senza contromisure, le aziende cinesi guadagneranno spazio sui mercati dei veicoli elettrici. Una conversazione simile si sta svolgendo negli Stati Uniti, dove la Casa Bianca è alle prese con le richieste per assicurarsi che la tecnologia cinese non sia resa idonea a massicci sussidi volti a dare il via a un'industria dei veicoli elettrici ai sensi dell'In Inflation Reduction Act. E questo è un problema, dal momento che anche la tecnologia delle batterie con licenza Ford dalla cinese CATL, che è di gran lunga il più grande produttore di celle del mondo e ha due stabilimenti in Europa.

L'annuncio di Von der Leyen è arrivato meno di una settimana dopo il suo incontro con il premier cinese Li Qiang a Nuova Delhi, dove il funzionario cinese l'ha esortata a "sostenere i principi dell'economia di mercato e della concorrenza leale, mantenere aperti i suoi mercati commerciali e di investimento e fornire un ambiente equo, trasparente e non discriminatorio per le imprese cinesi".

Chi rischia di più

Tornando all’indagine europea, pare che la Commissione abbia avviato l'inchiesta di propria iniziativa, secondo un portavoce della stessa Commissione europea, e non in risposta ad una denuncia. Ciò rende questo passo una scelta politica da parte dell'esecutivo dell'Ue, con i rischi politici che ne derivano. Qualsiasi misura di ritorsione da parte di Pechino potrebbe colpire i marchi tedeschi più di chiunque altro.

Ricordiamo che la quota delle auto francesi nel mercato cinese è scesa allo 0,4% entro agosto, secondo le statistiche rilasciate dalla China Passenger Car Association, mentre le loro controparti tedesche rappresentano un abbondante 17%.

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