Critichiamo pure Trump ma non per una foto

La foto postata dalla Casa Bianca e dal presidente degli Usa è stata trasformata nell'ennesima occasione buona per attaccare Trump e parlarne quale presidente impresentabile, vergognoso, offensivo, imbarazzante

Critichiamo pure Trump ma non per una foto
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Gentile Direttore Feltri,
sono cristiano, nello specifico, cattolico, rispetto la figura del Papa e mi è dispiaciuto sinceramente della scomparsa di Bergoglio. Ritengo che l'elezione del nuovo Pontefice costituisca qualcosa di solenne e serio. Nonostante tutto questo, non riesco proprio ad indignarmi per il fotomontaggio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump vestito da Papa. Ci ho provato a indignarmi, ma non ce la faccio. Anzi, a me ha fatto sorridere. Sono forse sbagliato?

Gianluca Neto

Caro Gianluca,
non sei affatto sbagliato. Coloro che troppo facilmente si indignano per simili cose o comportamenti spesso non si scandalizzano davanti a fatti ben più gravi. Hai notato questo paradosso? Ormai quello che è superficiale diventa motivo di insurrezione, quello che è sostanziale e sostanzioso, invece, lascia indifferenti. Ed è così che la foto postata dalla Casa Bianca e dal presidente degli Usa è stata trasformata nell'ennesima occasione buona per attaccare Trump e parlarne quale presidente impresentabile, vergognoso, offensivo, imbarazzante. Come se la battuta, l'ilarità, il sorriso, la risata, fossero elementi che non possano avere nulla a che fare con la politica, da lasciare fuori dalle stanze dei bottoni. Eppure i politici fanno spesso ridere come comici, ma proprio quando fanno i seri. In questo caso Trump è evidente che scherzasse e io l'ho trovato divertente. E il fatto che lo faccia, ossia che giochi, non implica che non sia o non possa essere responsabile quando c'è da esserlo. Nel 2016, alla Leopolda, Oscar Farinetti disse alla platea dei dirigenti e degli esponenti del Pd: «Dobbiamo tornare ad essere simpatici». Anche perché i progressisti sono antipatici, hanno una sorta di atteggiamento spocchioso, di immotivata superiorità morale, quella puzza sotto il naso che te li rende spesso repellenti. Ecco, i politici non sono tanto più affidabili quanto più hanno lo sguardo duro, l'espressione severa, l'aria tetra, adatta ad un funerale. Il sorriso avvicina elettori ed eletti e l'ironia è sintomo di intelligenza. Un sorriso crea disgelo. Dunque vogliamo condannare Trump per i suoi fotomontaggi? Critichiamolo per gli errori che ha compiuto nei suoi primi cento giorni, come l'imposizione di dazi i cui effetti non paiono così positivi, ad oggi, nemmeno per il mercato americano. Critichiamolo per l'ingenuità dimostrata nel credere che egli avrebbe risolto il conflitto in Ucraina nel giro di qualche ora, salvo adesso arrendersi a dichiarare alla Bbc che «quei due (Putin e Zelensky) si odiano troppo», sebbene, anche in questo caso, non possiamo di sicuro sostenere che egli non ci abbia provato. Ci ha provato, eccome.

Di questa faccenda, tuttavia, ciò che mi ha più colpito sono state le accuse dirette contro la maggioranza e contro il governo da parte della opposizione nostrana, che si è scagliata contro la premier Giorgia Meloni in quanto non sarebbe insorta contro la foto di Trump vestito da pontefice.

La sinistra pretende l'indignazione a comando, chi non si adegua, come sempre, è complice, fascista, razzista, sessista, ora pure blasfemo e ingiurioso.

Avrebbero dovuto diventare simpatici, i progressisti, ma sono antipatici più di prima. Gli elettori confermano.

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