"Trump valuta l'invio di soldati e 007 contro i narcotrafficanti in Messico"

La Casa Bianca pianifica operazioni in territorio messicano contro i cartelli della droga. Missioni che, a differenza di quelle in Venezuela, non avrebbero come obiettivo l'indebolimento del governo locale

"Trump valuta l'invio di soldati e 007 contro i narcotrafficanti in Messico"
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La campagna di Donald Trump contro i narcotrafficanti continua ad estendersi nel "cortile" degli Stati Uniti. Questa volta, dopo le minacce contro il Venezuela e la Colombia, a finire nel mirino dell'amministrazione del tycoon sarebbe il Messico. È qui infatti che la Casa Bianca potrebbe inviare truppe e ufficiali dei servizi segreti per colpire i cartelli della droga. A riferire l'indiscrezione ad Nbc News sono due ex e attuali funzionari statunitensi secondo cui la squadra del repubblicano avrebbe cominciato una "pianificazione dettagliata" della missione.

Le fonti citate dall'emittente Usa dichiarano che le prime fasi dell'addestramento sono già iniziate sottolineando però che il dispiegamento di soldati e 007 non sarebbe imminente. Al momento, precisano le gole profonde ad Nbc News, le discussioni sulla portata della missione sono ancora in corso e non sarebbe stata presa una decisione definitiva in merito. Quel che sembra certo è che i militari statunitensi che potrebbero essere inviati in territorio messicano proverrebbero in grande parte dal Joint Special Operation Command e opererebbero sotto l'autorità dell'intelligence americana affiancati da ufficiali della Cia.

Se Trump dovesse dare il via libera alla missione, affermano gli insider della Casa Bianca, l'amministrazione repubblicana intende mantenere il segreto e non rendere pubbliche le operazioni ad essa associate come invece sta facendo con i raid contro le imbarcazioni al largo del Venezuela e nel Pacifico adibite secondo gli Usa al traffico di droga. I funzionari statunitensi rivelano inoltre che le truppe americane in Messico colpirebbero con i droni laboratori di droga e membri e leader dei cartelli. I velivoli senza pilota che potrebbero essere impiegati necessiterebbero infatti della presenza di operativi sul campo.

Già ad aprile Nbc news aveva rivelato che Washington stava valutando attacchi con droni contro i narcotrafficanti in Messico. Allo stato attuale i funzionari dell'amministrazione Trump starebbero però ancora discutendo sul livello di aggressività da imprimere alla campagna antidroga nel Paese a sud del confine, la quale a differenza di quella in Venezuela non punta comunque ad indebolire le autorità locali. Gli Usa preferirebbero coordinarsi con il governo messicano per qualsiasi nuova missione contro i signori della droga ma non escluderebbero di operare anche in assenza di coordinamento.

Negli scorsi mesi la presidente messicana Claudia Sheinbaum aveva reagito alle indiscrezioni su possibili operazioni statunitensi nel suo Paese dichiarando di rifiutare "qualsiasi forma di intervento o interferenza" e aggiungendo che "il Messico coordina e collabora, ma non è subordinato". "Nutro grande rispetto per la presidente, una donna che considero straordinaria", ha detto di recente Trump riferendosi a Sheinbaum ma, ha proseguito il tycoon, "il Messico è governato dai cartelli".

Parole che mostrano come il presidente Usa ritenga insufficienti le iniziative messe in campo dalle autorità messicane che nel frattempo hanno consentito alla Cia di espandere i voli di sorveglianza, schierato 10mila soldati al confine settentrionale, aumentato i sequestri di fentanyl ed estradato negli Stati Uniti oltre 50 narcotrafficanti di alto profilo.

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