
La Corte Suprema appoggia Donald Trump sul divieto dei transgender nell'esercito, dando il via libera all'amministrazione di Washington per iniziare a far rispettare il divieto. La pronuncia della Corte Suprema è fondamentale in considerazione nelle numerose azioni legali che sono state avviate dalle associazioni Lgbtq e dagli stessi militari. L'accusa che viene avanzata all'amministrazione Trump è di discriminazione nei confronti dele persone della comunità trans. Con l'avvallo della Corte Suprema sarà possibile iniziare a mandare le lettere ai soldati transessuali per sollevarli dai loro incarichi, anche a quelli che prestano servizio da anni.
Quest'operazione era stata annunciata da Trump poco dopo l'inizio del suo secondo mandato alla Casa Bianca lo scorso gennaio perché, in base a quanto si legge nell'ordine esecutivo firmato dal presidente, l'identità sessuale dei membri transgender delle forze armate "è in conflitto con l'impegno di un soldato a uno stile di vita onorevole, sincero e disciplinato, anche nella propria vita personale" ed è dannosa per la prontezza militare. Recependo la decisione della Corte Suprema, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha emesso una direttiva che concede ai servizi militari 30 giorni per capire come individuare e identificare i membri transgender. La decisione della Corte non è avvenuta all'unanimità ma tre giudici federali si sono espressi contro il divieto. Con una maggioranza di sei voti, la Corte ha revocato la sospensione da parte di un tribunale inferiore. Il divieto era già stato introdotto durante il primo mandato ed era poi stato cancellato da Joe Biden.
La proposta dell'amministrazione Trump di escludere i soggetti transessuali dalle forze armate, più stringente rispetto al passato, è stato presentato come una questione di prontezza militare e costi medici. In particolare, è stato sostenuto che il tempo necessario per le procedure mediche e il potenziale impatto sulla disponibilità del personale transgender potrebbero influire sulla prontezza militare, con conseguenze economiche indirette.
La decisione della Corte Suprema si inserisce in un programma definito già in atto presso il Dipartimento della Difesa (DoD), dove Hegseth ha annunciato la sua intenzione di "rimuovere programmi superflui" e questo include programmi legati a diversità, equità e inclusione (DEI). Per il segretario alla Difesa, tali programmi non sono essenziali per la missione principale delle forze armate e che le risorse dovrebbero essere riallocate a priorità più critiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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