Caro Matteo Renzi,
sono solo dieci domande. Dieci domande all'uomo, al segretario del Pd e al premier. È solo per capire cosa sta accadendo a Roma, nel suo partito, negli angoli bui del welfare state e delle politiche sociali, nelle sponde di nessuno del Mediterraneo.
Non è un atto di accusa. È per fare chiarezza. Solidarietà è una bella parola, ma da troppo tempo e per troppa gente in Italia è purtroppo un affare sporco. Qualcosa non sta funzionando ed è poco saggio chiudere gli occhi.- Gli stipendi del Pd sono stati pagati da chi speculava sulle disgrazie degli immigrati. Da gente accusata di associazione mafiosa. Pensa davvero, da segretario del partito, che non siano affari suoi?
- Va bene, ipotizziamo che la responsabilità sia della precedente gestione. Allora ha scalato una «ditta» avvelenata?
- Sfruttare i deboli per finanziare gli apparati burocratici della politica: è questa la ragione sociale della «ditta»?
- La solidarietà è diventata un'affare per i professionisti del welfare state. È questa la responsabilità storica della sinistra italiana?
- L'intreccio tra cooperative e Pd ha generato un sistema di clientele e di appalti poco chiari. La Coop sei (anche) tu?
- La Coop è Giuliano Poletti, il ministro del Lavoro del suo governo. Qui non si parla di responsabilità penale. Poletti non ha visto, anche se tutto avveniva sotto i suoi occhi. La cecità per chi governa è un grave difetto. Sicuro che Poletti sia l'uomo giusto al posto giusto?
- Stesso discorso per Giuseppe Castiglione, sottosegretario e braccio destro del ministro Alfano. Non si chiedono le dimissioni per un avviso di garanzia. Sacrosanto. Ma la gestione del Cara di Mineo è un disastro. Nessuna responsabilità politica?
- Buzzi ha detto ai magistrati che sul Cara di Mineo cadrà il governo Renzi. È un gufo pure lui?
- La città eterna è nella melma. Ignazio Marino, e il Pd, sono l'immagine di Renzi a Roma. Fino a che punto è disposto a riconoscersi nel suo sindaco?
- In Europa stanno litigando sulla ripartizione delle quote di rifugiati. La parola d'ordine è «non a casa mia». L'Italia è sola sul fronte immigrazione. Ha mai pensato: ci prendono in giro?
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