Abano, da gioiello del termalismo a centro di accoglienza profughi

In corso i lavori per riadattare una caserma dismessa Ma il paese si ribella: «Così potremmo perdere i turisti»

Nadia Muratore

Abano Terme (Padova) Da rinomato centro turistico a centro di accoglienza per migranti. È questo l'incubo che turba i sogni di cittadini, commercianti e politici di Abano Terme, luogo più conosciuto delle terme Euganee, che teme di perdere vacanzieri in cerca di benessere e tranquillità, per acquistare in cambio centinaia di richiedenti asilo che a breve saranno ospitati nella caserma di Giarre, fino al 1998 sede logistica di avieri e sottufficiali in servizio nell'ex base Nato sul monte Venda.

Non appena il dubbio è diventato certezza, è scoppiata la protesta. Come a Milano per la caserma Montello, con l'aggravante che ad Abano Terme l'arrivo dei profughi metterebbe a rischio un comparto come quello turistico, che occupa oltre 10mila addetti. Dopo alcuni interventi di manutenzione, la caserma di Giarre, già alla fine di questo mese potrebbe accogliere i primi gruppi di migranti e a stabilirlo è stata la prefettura, con tanto di bando che uscirà a breve, senza neppure chiedere un parere al commissario del Comune, Pasquale Aversa, che traghetta Abano Terme alle prossime elezioni, dopo l'arresto per tangenti del neo-eletto sindaco Luca Claudio. Sindaco che aveva basato la sua campagna elettorale su un fermo «No» all'accoglienza dei migranti. Spiega il capo di gabinetto, Alessandro Sallustro: «Stiamo esprimendo una valutazione per usare l'ex caserma come sito da dedicare all'accoglienza dei migranti», dice Sallustro, che conferma non solo il sopralluogo nello stabile ma anche «un interessamento al sito». Contrari al progetto gli albergatori, come spiega Marco Michielli, presidente di Confturismo e di Federalberghi Veneto: «È una cosa allucinante. Il prefetto e il commissario hanno trovato una soluzione senza considerare che Abano e Montegrotto sono il principale centro termale europeo. Ospitare i profughi in località di villeggiatura è pura follia. Mi attiverò personalmente per evitare che questo scempio accada».

A dirsi sconvolto dalla possibilità di ospitare in città, centinaia di migranti è Riccardo Ruggiero, presidente della Sezione Terme e Turismo di Confindustria Padova: «Le caratteristiche peculiari del tessuto sociale ed economico delle Terme Euganee, a nostro avviso, sono incompatibili con questo tipo di emergenza, se non al prezzo di danni di attrattività e di immagine inaccettabili per un territorio che vive di turismo e termalismo». Gli fa eco Giulia Zanettin, sempre di Confindustria: «La decisione è scellerata». Anche i paesi vicino ad Abano temono ripercusioni negative sul settore turistico e la politica e compatta nel considerare poco adatta la riconversione dell'ex caserma a centro di accoglienza. «È una follia, che rischia di mettere in difficoltà la città che ora ha bisogno di energie», commenta Alessandro Boschieri, esponente del centro destra di Montegrotto. Di parere simile l'ex candidata a sindaco del centrosinistra Monica Lazzaretto: «Tutte le forze dovranno unirsi a difesa della città».

Con la prossima riapertura della base di Abano, saranno cinque in Veneto le strutture militari in disuso utilizzate per i profughi. Dopo la recente chiusura della Prandina di Padova, sono operative le caserme Serena e Zanussi nel Trevigiano; Cona nel Veneziano»; oltreché la caserma San Siro di Bagnoli nel Padovano.

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