Cena romana per l'«Associazione Gianroberto Casaleggio», con il figlio Davide a fare gli onori di casa sulla terrazza con vista San Pietro dell'hotel Atlante Star e i big pentastellati, Luigi Di Maio in testa, praticamente tutti presenti.
Quanto basta ad assottigliare il confine già abbastanza labile tra l'evento di lunedì sera e il movimento, anche se Casaleggio Jr e buona parte degli «ospiti» (la partecipazione alla cena aveva un costo di 60 euro) hanno insistito nel separare l'associazione creata in onore del cofondatore di M5s e quest'ultimo partito, che non fa certo mistero di puntare a Palazzo Chigi. Per andare al governo, nonostante l'ottimo risultato delle urne, come è noto ai grillini tocca trovare un alleato. E i lavori per un'intesa con la Lega proseguono ogni giorno, passando per l'intesa sui presidenti delle camere e sui punti di contatto nei programmi.
Anche la location capitolina dell'evento di due sere fa, in fondo, fa pensare a una ricollocazione «romana» e dunque governativa degli interessi del Movimento e della galassia Casaleggio. Anche perché Davide, che continua a derubricare il proprio ruolo a quello di un «semplice militante», oltre a presiedere il think thank dedicato al papà è in realtà il dominus anche dell'associazione Rousseau, ossia quella che - di fatto - controlla il Movimento.
A due settimane dal voto, dunque, al di là delle parole dei presenti la cena romana sembrava una buona occasione per fare il punto sull'elasticità pentastellata di fronte alla necessità di fare fronte comune con un'altra forza politica, e per comprendere la compatibilità con il Carroccio. E in questo senso, tra un antipasto, un bicchiere di prosecco e un dessert prima di lasciare la panoramica terrazza, forse più che scivoli verso un intesa col partito di Salvini è emerso un potenziale problema, un ostacolo che potrebbe complicare la scalata congiunta a Palazzo Chigi.
L'occasione è stato il sondaggio per scegliere le priorità per il Paese, da un lungo elenco sottoposto agli ospiti. Tema squisitamente politico, che però oltre a concentrarsi su argomenti più neutri come la mobilità sostenibile, il digitale e il voto ai 16enni, ha invaso un campo che, paradossalmente, potrebbe segnare un punto di frattura difficilmente componibile proprio con la Lega. Ossia l'abolizione della caccia, suggerita tra gli obiettivi dall'Associazione perché «lo sport non può comportare la morte di esseri viventi». E quel tema, guardacaso, è stato anche sottolineato proprio da Casaleggio Jr, che negando l'esistenza di un conflitto d'interessi ha spiegato che «qui si parla di stop alla caccia e felicità».
Felicità che, almeno per lo stop alla caccia, difficilmente proverà la Lega. Che, come è noto, è fedelmente dalla parte delle doppiette. Tanto da aver sottoscritto, a febbraio scorso, le proposte avanzate dai cacciatori ai partiti, e da aver più volte in passato polemizzato con chi, nella coalizione di centrodestra, proponeva limiti all'attività venatoria o - tout court - l'abolizione della caccia. Diversi, per esempio, gli scontri tra Matteo Salvini e Michela Vittoria Brambilla, fervente animalista.
Ora il problema sembra riproporsi anche con l'unico alleato che potrebbe portare il Carroccio a Palazzo Chigi. E così M5s e Lega si ritrovano uniti dalla voglia di governare, rischiando però di dividersi ancora prima di cominciare. Tutto nel nome delle doppiette.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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