Accuse a Renzi sindaco: "Ha speso 200mila euro per viaggi e ristoranti"

La denuncia di un consigliere di Sel. Ma il premier respinge tutto: storia assurda, ho la coscienza pulita

Accuse a Renzi sindaco: "Ha speso 200mila euro per viaggi e ristoranti"

Circa 200mila euro in spese di rappresentanza, dieci volte quel che ha speso Ignazio Marino, fatto dimettere dal Campidoglio anche per lo «scontrino-gate». La cifra l'ha potuta mettere insieme, con qualche difficoltà, il consigliere comunale Tommaso Grassi, capogruppo di Sel a Firenze. Nel 2012 ha fatto richiesta di accesso agli atti, per avere le ricevute delle spese tra cene e viaggi sostenute dal sindaco Matteo Renzi dal 2009, anno della sua elezione a Palazzo Vecchio. Il Comune ha impiegato un anno a rispondergli, e lo ha fatto solo parzialmente. Nel 2013 i tecnici dell'ufficio bilancio del Comune lo chiamano e gli fanno consultare un faldone pieno di scontrini e ricevute, senza però consegnare le copie. La motivazione dell'Ufficio cerimoniale è che la documentazione richiesta è materiale riservato e non può essere rilasciata. E infatti non è allegata nella rendicontazione pubblicata on line dal sito del Comune di Firenze. Perciò Grassi è costretto a copiare a mano le cifre, per arrivare ad un conto complessivo, anche se a spanne: «Più o meno c'erano cinquantamila euro l'anno, per gli anni in cui Renzi ha fatto il sindaco per tutti e dodici i mesi, perché nel 2009 viene eletto a luglio. In totale direi qualcosa come 200mila euro» - calcola Grassi - Ricordo scontrini di cene anche sopra i mille euro, nei ristoranti fiorentini come La buca dell'orafo , Da Lino , L'Antico Fattore , ma anche ristoranti di hotel di lusso come il Four Seasons o l' Excelsior . É chiaro che un conto è spendere 800 o 1000 euro per una cena se si è in trenta, un conto se si è in quattro. Poi c'erano spese per macchine a noleggio con cui andava a Roma, spendendo anche mille euro al mese. Cenava e pranzava con senatori e deputati sempre nell'interesse dell'amministrazione comunale? Non ho avuto il tempo di trascrivere tutto perché il Comune mi aveva garantito che avrebbero fornito le copie, ma poi ha cambiato idea». Nel 2011 c'è anche un viaggio degli Stati Uniti che fa scoppiare un caso perché Renzi si muove a Washington (volo in business class) con un'auto con conducente da 2.168 euro di noleggio. La trasferta Usa costa 1.700 euro al giorno. E non è l'unico volo intercontinentale del sindaco, che dal 2010 raggiunge anche a Shangai, New York e Chicago, sempre in business class (15mila euro il costo di quattro viaggi, denuncia l'opposizione).

Tutte le spese (su cui la Corte dei conti toscana ha aperto un'istruttoria) sono autorizzate dall'Ufficio di gabinetto del sindaco, formato da fedelissimi chiamati lì da Renzi e poi richiamati a Palazzo Chigi. In primis dal capogabinetto Luca Lotti, attuale sottosegretario, poi Giovanni Palumbo (oggi capo segreteria tecnica del premier) e quindi Carmela Valdevies, ex capo del cerimoniale da poco promossa alla guida del settore musei di Firenze. Secondo il consigliere Grassi, poi, quando Renzi diventa sindaco modifica il disciplinare estendendo il concetto di spesa istituzionale fino a comprendere tutto. All'articolo 5 del disciplinare renziano si legge che vanno considerate spese di rappresentanza a carico del Comune «colazioni, iniziative conviviali, ricevimenti, rinfreschi, catering, noleggio auto, servizi di transfer, servizi logistici di vario tipo». Tutto o quasi.

Il premier, dopo aver risposto che tutte le spese erano per ragioni istituzionali («Le cene personali me le pago io, com'è ovvio»), non sembra turbato: «Cene e scontrini? È così evidente che sono cose assurde che non stanno né in cielo né in terra. Alla fine il tempo è galantuomo. L'importante è avere la coscienza pulitissima».

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