Gli affari romani di Grillo. Giallo sul teatro Flaiano

L'annuncio del vicesindaco: "Ha acquistato una quota e farà lì i suoi show". Il proprietario nega

Gli affari romani di Grillo. Giallo sul teatro Flaiano

Per anni ha ospitato commedie, drammi e anche lirica. Da ieri il teatro Flaiano di Roma è anche il palcoscenico di un piccolo giallo, nato da quella che ha tutta l'aria di essere una fake news. Il guaio è che a diffonderla è stato l'assessore alla cultura e vice sindaco della giunta Raggi, Luca Bergamo, considerato tra i più seri e affidabili.

A margine di una conferenza stampa per presentare il nuovo sistema che raccoglie i palcoscenici pubblici di Roma, denominato «Teatro pubblico plurimo», l'assessore sconfina nel campo di un teatro totalmente privato con un annuncio che sorprende i cronisti: «Il teatro Flaiano riaprirà. Beppe Grillo ha acquisito la proprietà, o una parte della proprietà del teatro. E so che lì farà i suoi spettacoli. Di questo sono contento al di là della politica».

Chi conosce il mondo dei teatri di Roma reagisce con sorpresa, non solo perché è singolare che l'assessore parli a nome di una struttura totalmente privata, ma anche perché Grillo, forte della commistione tra il ruolo di capo politico e quello di showman, calca palcoscenici ben più ampi dei 150 posti dello storico teatro posto a due passi dai palazzi della politica. Per l'ultimo spettacolo, il comico genovese si è servito dei ventimila posti del Palalottomatica, per dire. Ma il giallo si fa più fitto quando Giampiero Scarlata, la cui famiglia ha costruito il teatro nel 1928 e ne è tuttora proprietaria, al telefono col Giornale cade dalle nuvole: «Non riesco a capire come sia possibile dire una cosa del genere - si sfoga - io e mio fratello siamo i proprietari e non abbiamo venduto a nessuno, né a Grillo né ad altri. Ho chiesto all'assessore Bergamo una smentita». «Le uniche cose vere - incalza - sono che i grillini hanno usufruito del teatro per festeggiare l'elezione di Virginia Raggi e che Grillo, a fine novembre, farà, o dovrebbe fare a questo punto, tre serate al Flaiano. Ma non credo che basti a farlo diventare suo».

L'unico legame con Grillo sarebbe l'amicizia del direttore artistico Massimo Giacon, fumettista e musicista di origina padovane, con il comico-leader. E da qui sarebbe nata la scelta del Flaiano per alcuni appuntamenti romani dei grillini. «Ma noi - sottolinea Scarlata - rifiutiamo ogni etichetta politica, di qualunque colore. La mia famiglia ha ristrutturato il teatro salvandolo dalla chiusura senza aiuti da parte di nessuno, Comune incluso». Peraltro non è nemmeno vero che Grillo inauguri la stagione né che faccia riaprire il teatro, perché in queste sere al Flaiano è di scena il musical «Artemisia», ispirato ad Artemisia Gentileschi.

In serata l'assessore è costretto a precisare: «Sono contentissimo che riapra il Flaiano, perché è un posto fantastico. E sono molto contento anche se Grillo ci farà degli spettacoli perché è un autore che a me piace molto». Giusto il tempo di lasciar svanire l'eco della sviolinata verso il capo e aggiunge: «Detto questo si tratta di un teatro privato, non so chi ne curi la programmazione né di chi sia la proprietà». Nessuna spiegazione però su come sia nata la fake news. Il Pd diceva «abbiamo una banca», i grillini romani si accontentano di «abbiamo un teatro», ma non è lo stesso un bel segnale.

Soprattutto per un luogo di cultura carico di storia e, negli anni belli, frequentato dallo stesso Ennio Flaiano, il più anticonformista degli intellettuali della scena romana. Che avrebbe detto: «La situazione politica in Italia è grave ma non è seria».

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