Agenti, sbloccati gli stipendi. "Decisiva l'azione del Cav"

I sindacalisti delle divise a Palazzo Grazioli: "L'annuncio dell'incontro ha costretto i partiti a muoversi"

Agenti, sbloccati gli stipendi. "Decisiva l'azione del Cav"

Le forze dell'ordine si appoggiano al Cavaliere e lo ringraziano perché, gli dicono in serata, «solo l'annuncio dell'incontro con lei ha costretto altri partiti a muoversi e cercare di sbloccare la situazione». Il Cavaliere ringrazia e omaggia le divise: «Quello con voi, militari e poliziotti, è stato il mio primo incontro da quando ho ripreso l'iniziativa politica. Oggi, incontrandovi, riprendo a fare politica in attesa della piena agibilità. Riprenderò in mano Fi ed il centrodestra e mi concentrerò sempre con maggiore attenzione sull'economia e la politica estera». Applausi scroscianti che segnalano un feeling storico tra il centrodestra e le divise. E ancora: «Il problema delle forze dell'ordine e della sicurezza è una nostra priorità, noi riconosciamo il vostro duro lavoro e la vostra specificità».

Poliziotti e militari sono stati convocati ieri a Palazzo Grazioli per un faccia a faccia con Berlusconi, alla presenza di Maurizio Gasparri (regista del summit), Renato Brunetta, Paolo Romani, Deborah Bergamini e Renata Polverini. Il summit doveva tenersi alle 16 ma poi è slittato a sera, a causa del vertice tra Renzi e il Cavaliere. Qualche ora prima, in un'altra stanza di Palazzo Chigi, i ministri degli Interni Angelino Alfano, quello della Difesa Roberta Pinotti, il titolare dell'Economia Pier Carlo Padoan e il sottosegretario Luca Lotti intavolavano la discussione sugli stipendi delle divise assieme ai sindacati. Una trattativa lunga, difficile, fino a ieri in «stallo». Di soldi non ce ne sono ma il leader di Forza Italia s'è detto disponibile a far proprie le doglianze delle forze dell'ordine e contribuire a sbloccare l'empasse. Politicamente una vittoria del Cavaliere, in questo caso anche fisicamente tornato al centro della scena politica. Anzi, determinante. Questo perché Renzi, d'impulso, sarebbe stato per la linea dura nei confronti dei sindacati degli agenti; il che provocherebbe scioperi, tensioni con le divise, problemi ai cittadini. Con un Berlusconi pronto a sostenere le ragioni degli agenti di pubblica sicurezza - sempre che si trovino tutti i soldi necessari - tutto questo non avverrebbe. Il vantaggio per gli azzurri sarebbe duplice: la gratitudine da parte del settore della sicurezza della pubblica amministrazione; la dimostrazione che Renzi è più debole di quanto appaia e Forza Italia è in grado di condizionarne l'operato. Berlusconi, agli agenti, avrebbe anche dichiarato di aver avuto rassicurazione dal premier Renzi che riceverà le rappresentanze sindacali e militari.

La questione riguarda i tetti agli stipendi di agenti e militari, introdotti dal governo Monti. In pratica il Professore aveva stabilito che nessuno poteva guadagnare di più di quanto percepito nel 2010. Il problema è che da allora molti hanno avuto scatti legati a promozioni, avanzamenti di carriera e anzianità cui però non è corrisposto un adeguato aumento salariale. La miccia che ha acceso gli animi delle forze dell'ordine è stato l'annuncio del ministro della Pubblica amministrazione di estendere il blocco anche per il 2015, nonostante il precedente impegno di ripristinare gli aumenti sulla base delle promozioni ricevute. Il problema è che di soldi non ce ne sono. Quanto costerebbe tutto il pacchetto? Si dice dagli 800 agli 850 milioni di euro solo per il 2015 e i tecnici dei ministeri si stanno affannando per trovare le coperture adeguate.

Per ora in cassa ce ne sarebbero 500/600 e ballano quindi 200 milioni circa. Ma dal Viminale Alfano giura che «è stata confermata la decisione di risolvere la questione e i lavoro per reperire le risorse è positivamente avviato».

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