Dal 22 luglio partirà il processo di indennizzo delle «vittime» italiane del bail in, cioè gli obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife. Secondo quanto reso noto dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi, da quella data sarà disponibile il modulo per accedere al Fondo di solidarietà previsto dal decreto banche entrato in vigore il 3 luglio. Possono presentare istanza gli investitori che hanno acquistato gli strumenti finanziari entro la data del 12 giugno 2014 e che li detenevano alla data della risoluzione delle banche in liquidazione. Il diritto scatta se l'investitore ha un patrimonio mobiliare di proprietà di valore inferiore a 100mila euro al 31 dicembre 2015 e un reddito complessivo ai fini Irpef nell'anno 2014 inferiore a 35mila euro. L'istanza di erogazione dell'indennizzo forfettario deve essere presentata al Fondo entro 6 mesi dal 3 luglio 2016. L'indennizzo è pari all'80% del corrispettivo pagato per l'acquisto degli strumenti finanziari, al netto di oneri e spese e della differenza, se positiva, fra il rendimento degli strumenti finanziari subordinati e il rendimento di mercato di un Btp equivalente. Il rimborso viene erogato entro due mesi. La presentazione dell'istanza non consente il ricorso alla procedura arbitrale.
La vicenda ha lasciato strascichi anche al Csm: si cerca, infatti, di «salvare» il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi, titolare delle indagini su Banca Etruria. Il duro scontro in seno al plenum ha determinato un nuovo slittamento della decisione alla prossima settimana. La Ia commissione vuole archiviare la pratica sulla presunta incompatibilità delle indagini su Banca Etruria del pm e la sua consulenza giuridica nel 2015 a Palazzo Chigi. Come si fa abitualmente, però, propone l'invio degli atti al Pg della Cassazione per un'eventuale azione disciplinare. Ma voci autorevoli, come quella del primo presidente della Cassazione Canzio si oppongono, parlando di «ruolo inappropriato di tipo investigativo» della commissione. Condivide lo stesso Pg Ciccolo, mentre altri come il laico di Fi Zanettin dicono di non voler avallare «reticenze e ambiguità».
Intanto, il
direttore del Single resolution board dell'Ue (l'istituzione preposta ai salvataggi bancari), Elke König, ha lasciato un piccolo spiraglio aperto a un intervento statale in soccorso degli istituti in difficoltà come Mps.
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