Passano il proprio tempo fra slot machine e video lotterie, fumano, spesso abusano con gli alcolici e in qualche caso fanno uso di sostanze stupefacenti. Sono quelli che gli esperti definiscono «giocatori d'azzardo problematici». Nel nostro Paese sono complessivamente un milione e mezzo, 70mila sono studenti ancora minorenni. A lanciare l'allarme è l'Istituto superiore di sanità attraverso la prima indagine epidemiologica in materia. Emerge che in Italia sono 18 milioni gli adulti che giocano, 700mila i ragazzi fra 14 e 17 anni che lo hanno fatto almeno una volta in un anno. «Grazie a questa indagine abbiamo scoperto che circa 13 milioni di italiani giocano in modo sociale, due milioni hanno un profilo a basso rischio, un milione 400mila cittadini presentano un rischio moderato mentre un milione e mezzo possono essere considerati giocatori problematici - spiega Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell'Iss -. Questi ultimi fanno fatica a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari».
Un problema enorme e in crescita. Che oggi colpisce anche moltissimi minorenni. Fra questi i giocatori problematici hanno raggiunto la cifra record di 70mila giovani che, come gli adulti, rischiano di compromettere i rapporti interpersonali anche all'interno della famiglia. I ragazzi italiani affascinati dall'azzardo sono complessivamente 700mila, nel 35 per cento dei casi 17enni, prevalentemente di sesso maschile. Praticano soprattutto scommesse sportive (79,6 per cento) e lotterie istantanee (70,1 per cento). Fra loro i problematici sono nel tre per cento dei casi studenti, che finiscono facilmente nella trappola delle lotterie istantanee o in tempo reale (21,1 per cento), delle scommesse sportive (17,1 per cento), delle scommesse virtuali (8,1 per cento) e delle slot machine (6,8 per cento).
«Questo fenomeno è prevalente al Sud e nelle isole - commenta il presidente dell'Iss, Walter Ricciardi -. Ecco perché questo monitoraggio può rappresentare uno strumento utile per valutare le azioni di prevenzione e gli interventi di assistenza». Lo studio ha valutato la situazione anche fra la popolazione adulta evidenziando numeri allarmanti. In particolare il 5,8 per cento dei giocatori problematici ha già ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7 per cento dei non giocatori, mentre il 22,7 per cento ha chiesto prestiti a società finanziarie. Senza dimenticare il 14,2 per cento costretto a fare ricorso a prestiti privati. Dall'indagine è anche emerso che questi giocatori ad alto rischio scelgono di dedicarsi all'azzardo in luoghi lontani sia da casa sia dal posto di lavoro, con l'obiettivo di proteggere la propria privacy.
Qui, al riparo da occhi indiscreti, rovinano la propria vita e quella della loro famiglia. Condividendo sempre più spesso il vizio patologico con ragazzini che a una macchinetta non dovrebbero neanche potersi avvicinare.
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