Roma - «Il coraggio, uno non se lo può dare», si giustificava Don Abbondio. Ma un conto è il romanzo del Manzoni e un altro la realtà. Ieri in un'intervista al Corriere il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha fornito un altro tipo di tipo di giustificazione alla scelta di votare, da cattolico, la fiducia. «Se avessi dato retta a tutti i radicali che mi consigliavano la rottura con Renzi, ci sarebbe stato un accordo con Grillo e avremmo avuto davvero il matrimonio gay», ha spiegato.
Il particolare più strano emerso dal colloquio, tuttavia, è la contrarietà del ministro alla proposta di referendum abrogativo che ha riunito tutto il centrodestra allo scopo di cancellare l'obbrobrio approvato dal Parlamento. «Un'eventuale sconfitta del fronte referendario spalancherebbe la strada ai vincitori per andare ben oltre, un'operazione a rischio altissimo», si è schermito Alfano. Si potrebbe soprassedere sul fatto che la formazione del numero uno del Viminale continui a chiamarsi Nuovo centrodestra, pur opponendosi anche in questa sede a un'iniziativa che riunisce tuta la «diaspora» del Pdl più la Lega. Non si può soprassedere, invece, sulla matrice cattolico-politica del ministro, cresciuto nella Democrazia cristiana. Nel 1974 Fanfani, Andreotti, Moro, Zaccagnini e Rumor non ebbero timori nell'intraprendere una battaglia che, seppur destinata a un esito non felice, qualificava la ragione per cui nel simbolo di quel partito ci fosse una croce: testimoniare l'indissolubilità del sacro vincolo del matrimonio.
Il ministro ha poi cercato di evidenziare come il «no alle adozioni» faccia parte di «un patto con Renzi e con il governo: non può rientrare dalla finestra ciò che abbiamo tenuto fuori dalla porta».
Peccato che tanto le frange progressiste del Pd quanto i giudici abbiano fissato nuovi obiettivi (stepchild inclusa). Alfano ieri è stato prosciolto dal Tribunale dei ministri dall'accusa di abuso d'ufficio per il trasferimento del prefetto di Enna. Non si trattava di un favore al ras locale del Pd, Mirello Crisafulli.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.