La legislatura è agli sgoccioli, anche se il voto a giugno ormai è sfumato. E così inevitabilmente iniziano le prove per il grande ballo delle alleanze, tra calcoli, interessi, speranze di sopravvivenza e sogni di rielezione. Nel centrodestra ci si interroga su formule e gerarchie, con il possibile cartello sovranista - composto da Lega e Fratelli d'Italia - che cerca di spostare a destra il baricentro. Forza Italia, invece, rivendica la sua storica centralità e una impostazione più all'insegna della proposta che della protesta. Poi ci sono le forze minori che provano a proporsi. Tra queste a far discutere è il tentativo del Nuovo Centrodestra di riaccreditarsi con Forza Italia, proponendo un polo di centro alternativo tanto al Pd quanto a Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
La galassia centrista è evidentemente in subbuglio. Matteo Renzi non è più il dominus assoluto del Pd, la situazione è mobile e le garanzie di candidature sicure da parte dell'ex sindaco di Firenze appaiono incerte e scivolose. Di fronte a questo scenario il tentativo di Alfano è quello di aprirsi una opzione alternativa guardando alla sua area di provenienza (e al partito che gli ha aperto le porte del Parlamento). I rapporti con Silvio Berlusconi restano cordiali. La reazione di Forza Italia alla sua proposta è, però, decisamente tranchant. Di voglia di ricucire con l'ex compagno di partito e ritrovarsi in un rassemblement di moderati ce n'è davvero poca. Paolo Romani fa notare che «il baricentro di Ncd si è spostato nell'area renziana, tant'è che Alfano voleva convincerci a votare a febbraio come chiedeva l'allora premier». Non ha dubbi neppure Lucio Malan che, parlando a La Notizia, chiude la porta: «Ci chiede di scegliere da che parte stare? Non credo ci siano grossi dubbi... Forse il ministro avrebbe dovuto pensarci prima: le scelte sbagliate prima o poi si pagano». Reazione simile anche da Francesco Paolo Sisto. «La coerenza e la fedeltà a Berlusconi sono i due valori fondanti di Forza Italia. Alfano tiene due piedi in una scarpa, il fatto che il suo appello arrivi a ridosso di possibili elezioni è a dir poco singolare. La coalizione è formata da noi, Lega e Fratelli d'Italia: qualsiasi operazione di disturbo deve essere valutata con attenzione, soprattutto se riguarda chi ha contribuito a far fuori politicamente il nostro leader e continua senza pentimento a dare appoggio al governo». Per Maurizio Gasparri «la prospettiva non esiste». Nunzia De Girolamo, invece, mette il dito nella piaga del consenso mancante: «I presunti partiti a cui fa riferimento il ministro degli Esteri non hanno i numeri per vincere». Infine Daniela Santanchè che twitta: «Alfano ha fatto ben capire che è alla ricerca di un posto di lavoro».
Il ministro degli Esteri, però, non crede affatto che la questione sia chiusa e torna sull'argomento. «Non è il tempo delle risposte pubbliche. È il tempo della semina e non del raccolto perché tutti diranno la loro con sincerità e verità due-tre mesi prima del voto».
Se Alfano pensa a una unione delle forze di centro, Gaetano Quagliariello, leader di «Idea» lancia una campagna «per l'unità del centrodestra». La sua proposta? «Un contenitore unico, sul modello del Partito Repubblicano americano, che metta insieme le diverse anime attraverso regole e un programma condiviso».
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