Alcuni riescono a sparire subito dopo lo sbarco. Altri si allontanano dai centri di accoglienza. Le cronache locali si sono occupate di loro finora in modo sbrigativo. Ad aprile oltre trecento eritrei erano scappati dal centro della Regione Sicilia a San Pietro, tra Comiso e Ragusa. A ottobre centinaia di siriani hanno scavalcato i cancelli al Palaspedini di Catania e sono scomparsi nel nulla. Finora il fenomeno dei profughi che evitano l'identificazione in Italia per poter raggiungere i Paesi del nord Europa era considerato un elemento statistico della grande mappa dell'immigrazione del Mediterraneo. Ma ora l'attenzione è puntata proprio su questi «fantasmi»: è necessaria una forma di controllo che, a giudicare dai numeri, è stata troppo fragile, e che impone l'analisi di un canale di mistero, fin qui non governabile, del flusso di uomini verso l'Europa. In questo momento di grande allerta per il pericolo terrorismo, e dopo l'allarme ammesso dal ministro degli Esteri Gentiloni sulle infiltrazioni negli sbarchi, questo esercito di immigrati invisibili inizia a destare una certa preoccupazione per la possibilità che tra migliaia di irreperibili si possano nascondere estremisti e combattenti europei di ritorno dalla Siria. Il ministro Alfano ieri ha smentito Gentiloni: «Non ci sono tracce» di infiltrazioni al momento negli sbarchi. Ma in realtà di migliaia di arrivati non si sa nulla. In base al regolamento di Dublino, il richiedente asilo o rifugiato deve rimanere nel Paese in cui ha fatto domanda di permesso di soggiorno. I fantasmi si affidano quindi a una rete di passeur di terra che li prelevano nel sud Italia per condurli verso nord. Evitano di fornire le generalità alle autorità italiane per non essere poi costretti a rimanere nel nostro Paese.
Secondo alcune stime delle associazioni che si occupano dell'emergenza immigrazione in Sicilia, sarebbero 50mila gli immigrati invisibili, allontanati spontaneamente da porti e centri, di cui 5mila minori. Secondo calcoli più azzardati, gli stranieri che in generale sfuggono ai controlli sarebbero oltre centomila: nel 2014 sono sbarcati sulle coste italiane 174mila persone, nelle strutture di accoglienza sono registrati al momento 66.066 stranieri. Ma molti, precisano dal Viminale, potrebbero essere passati dai centri e poi rimasti liberi in Italia come profughi. Non rientra nella categoria del rischio terrorismo, ma è comunque un dato preoccupante, quello dei minori stranieri scomparsi: dei cinquemila indicati, una cifra ribadita da Save the Children , la maggior parte sono eritrei ed egiziani, oltre ad afghani e siriani. I primi si dirigono attraverso una rete di connazionali verso il nord Europa, i secondi si fermano invece a Roma e a Milano, dove vengono sfruttati nel facchinaggio di frutta e verdura. Come di loro, dei circa 42mila adulti non schedati non si conosce la destinazione, qualche volta neppure i nomi. Tradizionalmente gli stranieri che evitano di fornire le generalità sono siriani, eritrei, palestinesi, iracheni. Vengono provvisti dagli «scafisti di terra» di biglietti ferroviari e dell'autobus, numeri di telefono, indicazioni stradali su Milano e Roma, o caricati direttamente su mezzi privati che li conducono verso nord. Il viaggio fino alla frontiera svizzera può costare fino a mille euro via autostrada.
Il Viminale ha diramato a tutti i punti di frontiera della Sicilia una circolare che impone «attenzione» anche ai confini terrestri. Ma le banche dati che l'Europa vuole aggiornatissime per i voli dai Paesi a rischio sono gravemente incomplete nei porti e nei centri di accoglienza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.