nostro inviato a Cesenatico
La polizia municipale di ogni Comune della Riviera non dà tregua agli abusivi. Pattugliamenti, blitz e sequestri penali contro ignoti. Le multe sono salatissime: anche seimila euro. Soltanto che i venditori, provenienti da Bangladesh, Senegal e Cina, nella maggior parte dei casi nullatenenti e a volte anche clandestini, non avendo nulla da perdere, quelle contravvenzioni non si sognano neppure di pagarle. I Comuni, quindi, si ritrovano con centinaia di migliaia, a volte anche milioni di euro di multe accumulate negli anni e mai pagate dagli abusivi, che figurano però come entrate nei bilanci delle amministrazioni. Il paradosso è che adesso, il governo, attraverso un decreto del ministero dell'Economia e Finanze del 2 aprile 2015, impone un piano di copertura del cento per cento di tutte queste sanzioni e i sindaci si trovano, come al solito, con il cerino in mano, costretti non solo ad interrompere le loro attività di contrasto al dilagante abusivismo sulle spiagge, ma per reperire denaro, anche ad effettuare tagli alla spesa e ad inasprire le tasse a carico dei cittadini.
É il caso di Cesenatico, isoletta azzurra (insieme a Riccione) nel mare rosso dell'Adriatico. Il primo cittadino di centrodestra Roberto Buda, è furioso col governo Renzi: «Non solo ci toglie risorse ma adesso con questo decreto ci impone di pagare di tasca nostra una cifra folle solo per aver fatto il nostro dovere. Dal 2007 ad oggi abbiamo accumulato circa due milioni di euro di multe che non incasseremo mai e che, nel bilancio, vengono considerate come entrate. Lo Stato, che ci assorbe già buona parte delle tasse locali (solo a Cesenatico 10 milioni di euro all'anno, ndr), ci costringe ora a far pagare ai nostri cittadini le multe che non pagano i “vucumprà». É assurdo. Saremo costretti a prendere decisioni drastiche come quella di sospendere la lotta all'abusivismo per non peggiorare i conti, imponendoci enormi sacrifici fiscali».
E pensare che dopo anni di lotta, Cesenatico era diventata una delle poche città della costa romagnola ad aver sconfitto il fenomeno. «Attraverso l'azione dei nostri agenti della municipale che quotidianamente pattugliano i sette chilometri di lungomare, insieme alle altre forze dell'ordine. Paradossalmente ora, queste norme nazionali volute da Renzi di armonizzazione dei bilanci comunali, rendono impossibile il nostro lavoro» conclude Buda.
Mentre ci sono agenti della municipale che si spezzano la schiena per correre dietro ai senegalesi con le borse al collo, c'è anche qualcuno che infanga il loro lavoro. Come quella vigilessa di Rimini che ha affittato il suo appartamento di Miramare a 18 venditori abusivi bengalesi. Non certo per questa ragione, ma rispetto a Cesenatico qui la musica è del tutto diversa. Uno ogni tre minuti. Sul lungomare di Rimini è questo il tempo atteso tra un vu cumprà e un altro. Trecento abusivi ogni cento bagni sono scesi in Riviera, come ogni anno, da Milano e Bergamo. Il nucleo antiabusivismo del Comune fa il possibile, ma gli uomini sono pochi e disarmati: appena 15 per pattugliare 300 stabilimenti balneari. I venditori abusivi, poi, sono diventati sempre più aggressivi e minacciosi, e oltre a spartirsi le zone, reagiscono ai controlli coi pugni.
La proposta del centrodestra di dotare i vigili di spray al peperoncino e le spiagge di impianti di videosorveglianza è stata bocciata dall'amministrazione di Andrea Gnassi che preferisce adottare la «tolleranza zero» nei confronti dei turisti che acquistano dagli abusivi. Contravvenzioni che possono arrivare anche a settemila euro. Se queste sono vacanze...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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