Altro schiaffo Ue all'Italia: "Ci fa perdere credibilità"

Weber (Ppe): "Renzi mette a repentaglio l'Europa". Taranto, aperto dossier per aiuti di Stato. Ed è bufera per la nomina di un ex manager Thyssen

Altro schiaffo Ue all'Italia: "Ci fa perdere credibilità"

Antonio Signorini - Roma Ancora gelo tra l'Italia e l'Unione europea. Nessun gesto distensivo da Bruxelles verso Roma, come in molti si aspettavano. La frattura tra la Commissione europea e il governo italiano non si è ricomposta. Dopo la Commissione è arrivata la censura del Partito popolare europeo. Il capogruppo Ppe all'Europarlamento ha messo il sigillo politico all'offensiva contro Roma con un attacco a pesantissimo verso il premier italiano. «Ciò che sta facendo Renzi mette a repentaglio l'unità dell'Europa», ha detto Manfred Weber, esponente della Csu, costola bavarese della Cdu, vicino alla cancelliera Angela Merkel anche se su posizioni più conservatrici. Indiretta, ma ancora più pesante, un altra frase pronunciata da Weber nell'aula dell'Europarlamento a Strasburgo: «Spesso c'è populismo quando c'è mancanza di credibilità». Le valutazioni di Weber riguardano il nodo della Turchia. Ma il valore è generale e politico perché l'esponente della Csu neutralizza l'unico punto di forza di Renzi in Europa, cioè quello di essere il leader del partito socialista più forte del Parlamento. I popolari sono la principale forza politica europea e lo stesso Juncker è del Ppe.L'isolamento dell'Italia è ormai nei fatti e iniziano a emergere i nodi sui diversi dossier. Ieri la Commissione europea ha dato il suo via libera alla procedura contro l'Italia sull'Ilva e quindi all'avvio di un'indagine approfondita per sospetti aiuti di Stato. L'Ue dovrà verificare se gli interventi per circa due miliardi sono effettivamente serviti alla riqualificazione ambientale. Oggi ci sarà l'annuncio ufficiale. Un atto dovuto, ma il tempismo è sospetto. Alla grana europea, si aggiunge una interna per il gruppo siderurgico sulla nomina a direttore generale dell'ex Thyssenkrupp Marco Pucci ai tempi dell'incendio del 2007 che causò la morte di sette operai. Anche se aveva la competenza per l'area commerciale e di marketing, non sulla sicurezza. A scatenare l'ira di Weber, e in parte anche l'affondo di Juncker della settimana scorsa, è stata la vicenda dei fondi alla Turchia. Tre miliardi di euro destinati ad Ankara per la gestione dell'emergenza rifugiati. L'Italia vorrebbe che fossero utilizzati fondi europei e non finanziamenti dei singoli stati. Una posizione sulla quale, fino a pochi giorni fa, convergevano anche altri stati membri, ma che oggi vede l'Italia isolata. Tra gli altri segnali, il gruppo popolare oggi potrebbe arrivare una risoluzione che recepisce l'idea di titoli di stato «subordinati», cioè parificati alle obbligazioni private, con relativi rischi. Un problema per l'Italia. In gioco c'è una posta più pesante del ruolo di Roma in Italia: la fine del trattato di Schengen di libera circolazione tra stati europei. Il presidente della Commissione Jean Claude Juncker ha detto che su questa questione la «Ue è minacciata dalle sue fondamenta. Alcuni Paesi - ha spiegato - hanno allegramente reintrodotto i controlli alle frontiere, ma domani ci verrà chiesto di rendere conto dei grandi costi economici che questa decisione comporta. Ci si chiederà allora che senso abbia una valuta unica in Europa se non è garantita la libera di circolazione dei cittadini».

Poi un messaggio che sembra ritagliato su Renzi: «Alcuni governi sono veloci ad attaccare Bruxelles, ma si guardino allo specchio, anche loro sono Bruxelles». Il conto di una Commissione debole lo potrebbe pagare proprio l'Italia.

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