La chiusura di papa Francesco all'accanimento terapeutico ha precedenti illustri quanto poco conosciuti, tanto che lo stesso pontefice ha ritenuto opportuno ricordarli. Era facile, infatti, prevedere lo scalpore che avrebbe provocato la sua presa di posizione, dopo decenni in cui la Chiesa è stata arroccata sulla decisione di far proseguire la vita con tutti i mezzi e a prezzo di qualsiasi dolore. Il papa ha dunque ricordato che sessant'anni fa Pio XII, certamente non un innovatore, in un «memorabile discorso» a rianimatori e anestesisti affermò che non c'è obbligo di impiegare sempre tutti i mezzi terapeutici disponibili: anzi, in casi determinati, è lecito astenersene.
Parole sante. Oggi la medicina riesce a prolungare male e anche troppo a lungo - la vita di un malato terminale, senza tuttavia riuscire a guarirlo, addirittura senza nessuna speranza di guarirlo. Quindi non si può più parlare di difesa della vita: è una sorta di sfida tecnologica, un esperimento su pazienti non più in grado, spesso, di decidere da soli; nel caso migliore, un semplice vuoto legislativo. Certi trattamenti, è la conclusione di Francesco, «non giovano al bene integrale della persona». Per questo il papa chiede, con una frase bellissima, un «supplemento di saggezza» e la rinuncia all'accanimento terapeutico, se non c'è proporzionalità fra i benefici e il maleficio di vegetare soffrendo.
Del resto, ha ricordato lo stesso pontefice, nel 1980 la Congregazione per la Dottrina della Fede sostenne che è moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde al criterio etico e umanistico che in seguito verrà definito «proporzionalità delle cure» (Dichiarazione sull'eutanasia, 5 maggio 1980). Attenzione alle date: un anno e mezzo dopo questa dichiarazione, nel novembre del 1981, Giovanni Paolo II nominò nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger, che diventerà suo successore.
Da allora fino a oggi - per più di 35 anni! la Chiesa è stata bloccata su posizioni bibliche, per non dire arcaiche, condizionando buona parte del mondo cattolico.
Proprio quella parte che, oggi, si straccia le vesti inveendo contro un papa destabilizzante la fede e soprattutto le tradizioni. Sappiano, gli straccianti, che anche la Chiesa può cambiare idea, a seconda dei tempi e di chi la guida. Per fortuna.Twitter: @GBGuerri
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