Diaspora in casa Movimento 5 Stelle. Oggi il partito di Beppe Grillo e Luigi Di Maio ha perso l'ennesimo pezzo. Si tratta del senatore Ugo Grassi, che dopo essere stato eletto a Palazzo Madama tra le fila pentastellate, è passato ufficialmente alla Lega, in aperta polemica con il suo ex partito. E in serata anche altri due senatori.
Una scelta, questa di Grassi, non facile e comunque tanto sofferta quanto ormai inevitabile. L'addio al M5s – e il conseguente passaggio al Carroccio – è stato spiegato in lungo e in largo dal diretto interessato, che nella giornata di ieri insieme ad altri tre colleghi e compagni di partito (Gianluigi Paragone, Francesco Urraro e Stefano Lucidi) non hanno votato, in dissenso con il proprio gruppo, la risoluzione della maggioranza giallorossa sul Mes, il controverso e più che discusso fondo salva Stati.
Grassi ha scritto una lettera in cui chiarisce il cambio di casacca: "Il punto è che il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del movimento di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine". E argomenta: "Gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere) da non dover neppure essere esposti. Basti l’esempio della gestione dell'ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi…".
Il senatore, dunque, parla anche dei mesi di vita dell'allora governo gialloverde: "Durante il Conte Uno ho avuto modo di comprendere che molti dei miei obiettivi politici erano condivisi dal partito partner di governo. Stesura di testi unici, forte ridimensionamento del ruolo dell’Anvur e riforma delle regole di reclutamento erano temi su cui ho rinvenuto una chiara convergenza di opinioni". Dunque continua: "Salvini premier mi offre, a fronte di un evidente fallimento della mia iniziale esperienza, una seconda opportunità per raggiungere quegli obiettivi, come investimenti mirati per lo sviluppo del Mezzogiorno, rispettando l’autonomia differenziata".
La scelta di Grassi è stata applaudita anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha così accolto l'ex grillino: "Diamo il benvenuto al senatore Grassi. Porte aperte per chi, con coerenza, competenza e serietà, ha idee positive per l’Italia e non è succube del Pd. Su riforma ed efficienza della giustizia e rilancio delle università italiane, col senatore Grassi lavoreremo bene".
E dopo Grassi, a passare alla Lega sono anche i senatori Francesco Urraro e Stefano Lucidi. Entrambi commentano sui social la loro decisione. "L'impossibilità di intervenire sulle ragioni strutturali della giustizia e sulle necessarie e non più rinviabili riforme nel settore mi ha indotto ad iniziare questo percorso con la Lega - dice Urraro - con cui si era avviata una proficua interlocuzione sui temi". "Sono onorato di iniziare questo percorso politico - dice Lucidi - sia a livello nazionale che locale con i tanti colleghi umbri in regione e nei vari consigli comunali".
Matteo Salvini spalanca le porte e dà il benvenuto ai senatori: "Noi non abbiamo un prezzo, la nostra dignità tradita vale più di tutto. Oggi hanno aderito alcuni senatori Cinquestelle, non perché abbiamo offerto o promesso qualcosa a qualcuno ma perché si sono sentiti traditi. A me spiace che Di Maio invochi l'intervento della magistratura. Adesso mi aspetto pure l'inchiesta perché ci sono dei 5 Stelle che rimangono coerenti al loro programma. Il problema del M5S è l'incoerenza di Grillo e Di Maio e non la coerenza di qualcuno che ieri in Aula ha detto che nel programma con il quale è stato eletto c'era scritto di cancellare il Mes e adesso dicono di peggiorarlo. Invocare la Magistratura quando c'è in ballo una scelta politica è veramente vecchia maniera, non è da democrazia. Ma io sono contento perché la gente sta capendo".
Di Maio contro Grassi
In una diretta Facebook, il capo politico del M5s si è scagliato contro l'ex compagno di partito passato ufficialmente al fronte leghista: "Molti cercano scuse per cambiare casacca, come Grassi che dice una cosa non vera. Consegnino una bella lettera al Senato e dicano 'io voglio cambiare casacca e tradire il mandato dei cittadini' , ma se cambi idea su un partito, ti dimetti e ti fai votare di nuovo". Infine, Gigino ha affondato il colpo: "Dicano chiaramente che il tema non è il Mes, ma che gli hanno promesso un seggio alle prossime elezioni e alle Regionali. Il mercato della vacche è evidente, sul Mes si stanno dicendo un mare di bugie". Di Maio invoca anche l'intervento della magistratura: "Se ci dovessero essere degli estremi le autorità giudiziarie possano verificare il tutto".
Infine tra i penatastellati, come riporta l'Adnkronos, è scattato un vero pe proprio allarme dopo le parole del senatore Stefano Lucidi: "So che usciranno 20 o 30 persone e che stanno valutando di fare un nuovo gruppo ma non credo che avranno la forza per farlo, quindi non li aspetto. Serve una spallata per far risvegliare il Movimento. Qualcosa deve cambiare in modo estremamente radicale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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