Anche Salvini attacca Macron: "Tratta i migranti come bestie"

Scontro diplomatico Italia-Francia. Dopo Di Maio, pure il ministro dell'Interno contro l'Eliseo: "Nessuna lezione da Macron"

Anche Salvini attacca Macron: "Tratta i migranti come bestie"

Dopo il gancio del M5S, arriva il diritto di Matteo Salvini. Italia e Francia sono sul ring e ormai suona il decimo gong. Migranti, economia, Europa, porti, Ventimiglia: ogni occasione è buona per urlarsi in faccia reciproche accuse. Ultimo motivo del contendere, la "colonizzazione" francese del continente nero e il caso franco CFA. E se ieri Di Maio ha ribadito le sue accuse, oggi Salvini rincara la dose: "In Africa c'è gente che sottrae ricchezza quei popoli, la Francia è evidentemente tra queste".

Non è bastata insomma la reprimenda dell'Ue, che con il commissario Moscovici si è schierata al fianco di Parigi. E non è bastata neppure la reazione infastidita dell'Eliseo, che in quattro e quattr'otto ha convocato l'ambasciatore italiano per chiedere conto delle "frasi inaccettabili e senza motivo pronunciate dalle autorità italiane". Per Salvini, Parigi ha una responsabilità diretta nel caos africano alla base delle migrazioni di massa: "In Libia la Francia non ha nessun interesse a stabilizzare la situazione - dice - perché ha interessi petroliferi opposti a quelli italiani".

Insomma, una battaglia economica oltre che politica. E se il vicepremier leghista si dice "orgoglioso" di governare "un popolo generoso, solidale e accogliente", lo stesso non pensa del presidente francese e dei suoi cittadini. "Lezioni di bontà e generosità non ne prendiamo da nessuno, men che meno dal signor Macron", ribadisce il leader del Carroccio: "Non prendiamo lezioni dalla Francia che ha respinto in questi anni decine di migliaia di migranti alla frontiera di Ventimiglia, compresi donne e bambini, riportandone alcuni di notte nei boschi piemontesi e lasciandoli, come se fossero bestie".

Il Vangelo di Salvini sull'immigrazione ha un solo dogma: "Più persone partono, più ne muoiono". Equazione ovvia, sostenuta dai numeri. Da quando i flussi si sono ridotti e la Libia intercetta più barconi che in passato (anni 2016-2017), il numero di decessi sulla tratta centrale del Mediterraneo si è più che dimezzata. L'obiettivo secondario è poi quello di stroncare "il business dei trafficanti" e di chi "non scappa dalla guerra". L'Italia accoglie, ma solo i veri profughi.

E chi intende chiedere asilo nel Belpaese, lo faccia attraverso i canali legali, non tentando una vana traversata del mare. "I migranti - spiega Salvini - si salvano, come ha fatto la guardia costiera libica, e si riportano indietro così la gente smetterà di pagare gli scafisti per un viaggio che non ha futuro".

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