Tiziana Paolocci
È madre di due bambini, lavora per necessità, ma ha la «colpa» di avere la pelle nera. E non conta che svolga bene i suoi compiti, che sia affidabile, seria e umana.
Fatima Sy, quarantenne di origini senegalesi, è stata allontanata dalla casa di riposo in cui era in prova e non ha ottenuto il lavoro al quale aspirava perché non era gradita ad alcuni ospiti.
La donna, come anticipato dal Corriere Adriatico, abita in città da quindici anni. È arrivata in Italia otto anni fa tramite il ricongiungimento familiare, per raggiungere il marito e guadagnare in maniera adeguata per mantenere i figli, di 10 e 11 anni. Poi il matrimonio è finito e i ragazzini sono stati mandati in Senegal dalla suocera. La Cooperativa Progetto solidarietà qualche tempo fa l'ha proposta come operatrice sanitaria preso la struttura Opera Pia Mastai Ferretti, in via Cavallotti. Fatima a quel lavoro teneva èer realizzare il sogno di riportare in Italia i bambini. Si è impegnata al massimo, nessuno ha avuto da ridire sulle sue competenze. Insomma: tutto a posto. Invece no, perché uno sparuto gruppo di arzilli vecchietti ha cambiato le carte in tavola. «Non ci piaci, sei nera» e ancora «Ecco un'altra nera». Frasi e offese che le hanno fatto saltare il suo contratto. E non è bastato il diploma in ragioneria, l'iscrizione alla facoltà di Scienze politiche o che avesse già lavorato, anche con i disabili. Le lamentele di alcuni ospiti, non espresse a lei, ma riferite ai responsabili della Cooperativa Progetto solidarietà li hanno convinti a «non lasciarla in un ambiente non del tutto benevolo per provare a inserirla in un'altra realtà meno ostile».
«Ho fatto la prova e pensavo fosse andata bene - denuncia Fatima al Corriere Adriatico però dalla cooperativa mi hanno detto che non potevano farmi il contratto perché alcuni ospiti si erano lamentati per il colore della mia pelle. È assurdo. Sono nera e quindi non posso lavorare. Io di battute di questo tipo nei miei confronti non ne ho sentite anche se mi avevano messo in guardia altre operatrici. Non ce l'ho però con gli anziani, se le fanno bisogna anche passare oltre e non dargli peso». È il terzo lavoro per lei che salta, perché in un albergo le hanno preferito una italiana e in un condominio non volevano straniere.
La Cooperativa Progetto Solidarietà,
però, ha promette di non lasciarla sola. «Non ci sembrava l'ambiente adatto a lei - spiegano -. Non abbiamo dato seguito al suo incarico lì solo per tutelarla. Abbiamo altre strutture sempre in città dove potrà lavorare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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