nostro inviato a Genova
E adesso? Adesso lo chiamano già «l'ospedale elettorale». Bel colpo quello messo a segno dal tandem Burlando-Paita con l' imprimatur (e il robusto aiuto economico) del premier Matteo Renzi, tramite il finanziamento di 119 milioni del ministero della Salute. Bel colpo aiutare un amico, come il costruttore Massimo Pessina, che sta aiutando il Pd o meglio l'Unità , il giornale ufficiale del Pd. Bel colpo, quello della giunta regionale di sinistra, di «regalare» così un appalto da 148 milioni dopo una gara d'appalto che non è stata una gara d'appalto perché non ci sono stati altri concorrenti se non la cordata guidata dall'editore-amico-costruttore Pessina. E, per fare il filotto della propaganda elettorale, bel colpo, da consumati maestri della politica delle prebende, quello di annunciare, proprio ad una manciata di giorni dal voto per le Regionali, la costruzione del nuovo, avveniristico ospedale di La Spezia, città natìa e potenziale serbatoio di voti della candidata piddina alla corsa per la poltrona di governatore della Liguria, Raffaella Paita.
Detto questo e scritto quello che abbiamo già scritto ieri, il caso dell'«ospedale elettorale» è molto più complesso di quanto sembri dato che quell'ospedale, che entro quattro anni sorgerà (se sorgerà) in posizione panoramica sopra La Spezia, forse si poteva o non si doveva neppure mettere in cantiere, considerato per esempio che a Sarzana, che non dista anni luce da La Spezia, c'è già un quasi nuovo ospedale, il «San Bartolomeo», che è mezzo vuoto e certamente sottoutilizzato perché non ci sono i soldi per comprare le attrezzature.
Le considerazioni non sono nostre ma del sindaco di Sarzana, Alessio Cavarra che, ancora il 29 gennaio di quest'anno scriveva all'assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo: «Circa l'Hospice previsto, come sai, da sempre a Sarzana e che, da ultimo, qualcuno vorrebbe “duplicare” alla Spezia in evidente contrasto con la filosofia che sottende al piano sanitario regionale che ha fatto dello stop ai doppioni il suo punto nevralgico. Nel ribadirti la professionalità di medici, infermieri e di tutto il personale del San Bartolomeo ritengo sia urgente che la Regione proceda quanto prima a concedere le deroghe per l'assunzione di nuovo personale, soprattutto infermieristico, per le sale degenza e per la piena attività delle sale operatorie anche nel pomeriggio». Altrettanto chiari i concetti espressi da Giulio Guerri, candidato sindaco di La Spezia (Lista civica a «Per la Nostra Città»): «Finalmente da oggi abbiamo la triste certezza che saranno buttati via 148 milioni di euro. Sono decisamente tanti, considerato che sono tutti soldi pubblici. Ma così ha deciso, nella sua riconosciuta incapacità, la classe politica spezzina e ligure. In tempi in cui la nostra sanità soffre una grave carenza di risorse che si traduce in una insufficienza di personale medico-infermieristico e di posti-letto, pagata a caro prezzo dai cittadini con il mancato rispetto dei livelli essenziali di assistenza, 148 milioni di euro sarebbero stati molto utili per fronteggiare le gravi problematiche con cui i malati e le loro famiglie, nella nostra città, devono ogni giorno fare i conti. Peraltro ci pare alquanto temerario firmare oggi un contratto d'appalto, quando la certezza che siano stati fatti tutti gli espropri, che non ci siano vincoli e che vi siano tutte le condizioni idrogeologiche nessuno può dire di averla.
Le conseguenze di tutto questo le vediamo oggi nell'impossibilità di utilizzare in modo congruo il San Bartolomeo ed è logico concludere che, ancora una volta, questa montagna di soldi dei cittadini servirà, in vista delle attuali elezioni regionali, soltanto a finanziare una messa in scena propagandistica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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