Appendino fa rotolare le prime teste

La scure del neo sindaco: via city manager, capo dei vigili e portavoce

Appendino fa rotolare le prime teste

nostro inviato a Torino

Teste che rotolano. Teste che addirittura spariscono. «No alla liste di proscrizione», aveva messo le mani avanti Piero Fassino, lo sconfitto di questa tornata elettorale. Ma, a quanto pare, il neosindaco di Torino Chiara Appendino ha le idee chiare e intende procedere con l'accetta. Sostituzioni, dunque, ed eliminazioni. Ma anche risparmi corposi, perché gli incarichi in questione sono ben retribuiti.

Balla più di una poltrona, a cominciare da quella, simbolica, del direttore generale del Comune Gianmarco Montanari. Lui sta già preparando gli scatoloni, del resto Appendino, quando era semplice consigliera comunale, aveva puntato il dito contro la figura del city manager con parole definitive: «Non è necessaria». Per la cronaca Montanari guadagna 203.615 euro lordi l'anno. Un gruzzolo discreto che rientrerebbe nelle casse del municipio.

Destinati a non essere sostituiti anche il portavoce di Fassino, Gianni Giovannetti, e il dirigente ai Grandi progetti urbani Anna Prat che porta a casa 91.330 euro l'anno. La sua casella potrebbe essere cancellata, mentre Appendino ha messo nel mirino Giovannetti e il suo compenso, 138.560 euro, sin dall'inizio del suo mandato.

Insomma, se non è un repulisti poco ci manca. E sta chiudendo le valigie anche il comandante dei vigli urbani Alberto Gregnanini, la cui retribuzione è di 113.796 euro. Forse, Gregnanini verrà prorogato di qualche settimana, ma solo per permettergli di chiudere dignitosamente e di andare in pensione, il prossimo 8 agosto, senza retrocedere prima ad un ruolo più modesto.

Ma la scure dei 5 stelle dovrebbe abbattersi anche su altri dirigenti. Circola più di un nome. A rischio sono l'architetto Valter Cavallaro, dirigente del settore arredo urbano; e poi Giuseppina Grognardi, responsabile delle strategie urbane e Francesco D'Alessandro, del servizio qualità, che, notava ieri repubblica, prende 75.731 euro l'anno.

«Stiamo lavorando sulla base di due criteri - afferma Davide Bono, storico consigliere pentastellato ala Regione Piemonte - il merito e il risparmio. Cosi, per formare la sua giunta e scegliere i 12 assessori, Appendino non guarda più alla vicinanza politica ma ai curricula ricevuti dai candidati che devono convincere sul piano professionale. Naturalmente sulla base della condivisione di un programma».

Questo è un aspetto. Poi ci sono le forbici. «Si tagliano gli incarichi inutili - riprende Bono - il city manager è sostanzialmente un doppione del segretario comunale e il portavoce lo è del capo di gabinetto».

Teoria e pratica, a braccetto. «Con i soldi risparmiati - conclude Bono - alimenteremo un fondo di 5 milioni di euro per le piccole e medie imprese».

Cosi la ghigliottina si appresta a colpire a Palazzo di Città.

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