"Arresto obbligatorio per chi devasta le città"

La proposta dei poliziotti del Sap: "Contro i violenti videocamere e magistrati con noi ai cortei"

"Arresto obbligatorio per chi devasta le città"

Roma - Magistrati in piazza al fianco dei poliziotti in occasione delle manifestazioni pubbliche, telecamere sulle divise, introduzione dell'arresto differito in ordine pubblico: sono queste alcune delle modifiche al decreto legge in tema di sicurezza delle città proposte dal Sap (sindacato autonomo di polizia).

«La soluzione ai nostri problemi - ha spiegato il segretario generale del sindacato, Gianni Tonelli, non sono i numeri identificativi sulle divise, perché si prestano a una falsa accusa da parte di chiunque. Le videocamere garantirebbero sicuramente maggiore sicurezza. Questo nell'ottica di affidarci alla verità in senso assoluto. Per questo proponiamo alcuni punti che vadano nella direzione del facilitare il lavoro alle forze di polizia e di rendere più sicure le nostre città». La proposta presentata dal Sap prevede pertanto di dotare tutti gli agenti che svolgono compiti di polizia su strada di una videocamera sulla divisa, in auto e nelle celle di sicurezza, in grado di video fono registrare, sotto il controllo e la direzione del garante della privacy, con l'adozione di un regolamento, per filmare quanto accade durante il servizio, nelle manifestazioni e negli stadi. Secondo punto è la richiesta di procedibilità d'ufficio, arresto obbligatorio e direttissima per il reato di danneggiamento nel corso di un corteo pubblico o aperto al pubblico o sportivo con danno di rilevante entità. Tutto ciò assicurerebbe la certezza della pena e il deflazionamento del carico di lavoro per gli uffici giudiziari requirenti e giudicanti, oltre a disincentivare l'utilizzo della violenza sulle cose in momenti particolarmente «caldi» dal punto di vista dell'ordine pubblico.

Si prevede, quindi, l'introduzione dell'arresto differito in ordine pubblico, istituto finora pensato e utilizzato al fine di reprimere la violenza negli stadi, estendendolo ai casi in cui vi siano esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.

Il Sap pensa quindi a un'estensione del Daspo, ovvero all'introduzione di un provvedimento inibitorio a partecipare a manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico analogo alle misure intraprese per ridurre il fenomeno della violenza negli stadi.

«Punto fondamentale - hanno spiegato poi dal sindacato - la richiesta che i magistrati siano in piazza, durante manifestazioni di ordine pubblico, al fianco dalla polizia».

Si chiedono, infine, garanzie funzionali per gli agenti eventualmente iscritti nel registro indagati e, quindi, la proroga del decreto legislativo sulla revisione dei ruoli delle forze di polizia, che, ha spiegato Tonelli «allo stato attuale promette quegli 80 euro che, invece, si trasformeranno in 32 euro e che vanificano le promesse del governo».

La proposta ha trovato il consenso di diversi gruppi politici. «La storica vicinanza alle divise - ha spiegato Ignazio La Russa (Fdi) - ci fa appoggiare in pieno queste modifiche. In un Paese normale non dovrebbe essere necessario anche solo pensare di dotare gli agenti di videocamera».

Elio Vito (Forza Italia), ha spiegato come sarebbero necessarie «maggiori risorse da destinare ai comparti Difesa e Sicurezza», mentre Massimiliano Fedriga (Lega Nord), ha specificato come il suo partito si sia opposto da subito «all'idea dei numeri identificativi sulle divise». Tra i parlamentari e senatori che hanno sposato il progetto del Sap anche Erika Stefani e Nicola Molteni (Lega), Renato Brunetta (Forza Italia), Fabio Rampelli (FdI), Carlo Giovanardi (Gal).

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