Subito dopo il Decreto Sicurezza il ministro degli Interni, Matteo Salvini, porta a casa un altro risultato: il taglio dei fondi per l'accoglienza che scendono da 35 a 20 euro per migrante. Il nuovo capitolato d'appalto duqnue riduce in modo sostanziale la quota destinata alla spesa per l'accoglienza con una forte sforbiciata ai costi dell'integrazione per i richiedenti asilo. Il ministro degli Interni presentando il nuovo provvedimento ha sottolineato le novità che sono in arrivo: "Chi vedeva l’immigrazione come una mangiatoia oggi è a dieta. Molti finti volontari non parteciperanno più a bandi se invece di 35 euro ne porti a casa 19 non ci mangi più. E non ci mangia più né mafia né ‘ndrangheta. Ma rimarranno volontari veri e sono convinto che molte cooperative si daranno alla macchia".
Un messaggio che quello del titolare del Viminale che di fatto cambia radicalmente l'approccio alla gestione dell'accoglienza da parte del governo. Dopo l'annuncio del ministro, è stato il prefetto Gerarda Pantalone che guida il Dipartimento Libertà civili e immigrazione a spiegare le nuove regole. Il prefetto ha spiegato che queste nuove norme "garantiscono i servizi primari e la dignità della persona secondo le regole europee e tagliano gli sprechi che anche la Corte dei Conti ha stigmatizzato, a cominciare dall'erogazione dei servizi non essenziali ai richiedenti asilo". L'obiettivo del provvedimento è molto chiaro: non sprecare risorse che arrivano dai contribuenti per integrare immigrati che quasi certamente non resteranno sul nostro territorio. In pochi infatti ottengono lo status di rifugiato.
"A tutti verrà garantito vitto, alloggio, kit igienico-sanitario, il pocket money e una scheda telefonica di 5 euro, quanto basta per telefonare a casa e dire alla mamma : sono arrivato", sottolineano dal Viminale. Infine Salvini ha volunto mandare un messaggio anche ai sindaci affermando che non verranno prese decisioni sulla chiusura dei centri accoglienza senza il loro consenso.
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