I sindacati sono sul piede di guerra. Non sono affatto contenti delle misure contenute nella manovra. A preoccuparli è soprattutto il capitolo sulla scuola. Non da ultimo la tassa per la partecipazione ai concorsi per docente. Si tratta di un versamento di 10 euro di diritti di segreteria. La misura, contenuta nella bozza della legge di bilancio, è ancora in attesa di verifica da parte della Ragioneria dello Stato. "Le somme riscosse - si legge - sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai pertinenti capitoli di spesa della missione Istruzione scolastica dello stato di previsione del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per lo svolgimento della procedura concorsuale".
"La manovra economica approvata ieri dal Consiglio dei ministri non risponde ai reali bisogni dell'istruzione pubblica del nostro paese". I sindacati rivendicano "investimenti aggiuntivi per garantire l'offerta formativa e per valorizzare la professionalità di tutti gli operatori" e ritengono necessarie "ulteriori risorse specifiche per il settore da finalizzare al rilancio dell'intero sistema scolastico, che deve essere in grado di utilizzare, riconoscere e valorizzare tutte le energie presenti al proprio interno". A supporto di tali rivendicazioni, affermano i sindacati, saranno attivate tutte le iniziative di mobilitazione necessarie. E le parole "sciopero generale" sono già state pronunciate sia dalla Cgil sia dalla Fiom.
A infiammare i sindacati è anche il nodo previdenziale. Per il momento non c'è ancora "alcuna novità" sulla convocazione chiesta al premier Paolo Gentiloni. Susanna Camusso ha già deciso di dare il via ad una campagna di assemblee e informative ai lavoratori.
"Assemblee per rimettere in fila gli argomenti ed evitare di fare come il governo che in legge di bilancio non prevede nulla e siccome non ci sono lacrime e sangue dice che va tutto bene", spiega ribadendo che al momento la mobilitazione unitaria con Cisl e Uil preveda solo questo step ma che in futuro non è da escludere nulla, sciopero compreso. "Perché mettere limiti?", si chiede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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