"Avvicinare la Turchia alla Ue". Renzi tende la mano a Erdogan

Il premier strizza l'occhio ad Ankara e bacchetta Bruxelles: "L'Europa non può andare su Marte e fermarsi a Idomeni"

"Avvicinare la Turchia alla Ue". Renzi tende la mano a Erdogan

Matteo Renzi tende la mano a Recep Tayyip Erdoğan. "È giusto cercare di fare l'accordo con la Turchia ma non a tutti i costi - dice a Montecitorio - ci sono dei principi fondamentali, a partire dai diritti umani e della libertà di stampa che sono valori fondanti del nostro continente". Durante le comunicazioni alla Camera sul Consiglio europeo, il premier ha rivendicato la coerenza dell'Italia nei confronti del percorso di avvicinamento della Turchia all'Unione europea.

Renzi sogna ancora una Turchia nell'Unione europea. Non gli importa se da tempo Ankara fa affari con lo Stato islamico. Né gli importa se le ong turco, con il beneplacito del governo, sovvenzionano le sigle del terrore che colpiscono a morte l'Occidente. E neppure gli importa che Erdogan faccia carne da macello delle minoranze, della libertà di stampa e della libertà di pensiero. "L'Italia si è sempre presentata con una voce uguale, sia che ci fosse un governo di centrosinistra che di centrodestra - si giustifica Renzi - non altrettanto si può dire per altri paesi, che frettolosamente hanno interroto il cammino e ora lo vogliono riprendere". Matteo Salvini non la pensa così: "Il problema dell'Italia in questo momento si chiama Matteo Renzi che sta vaneggiando di un accordo con la Turchia". E spiega: "Solo un matto da rinchiudere può pensare di continuare a dare soldi alla Turchia e farla entrare in Ue. La Turchia non c'entra e non c'entrerà mai niente con l'Europa".

Il Consiglio Europeo si riunisce di nuovo per la terza volta in un mese. Al centro del summit ci sono sia gli accordi tra Bruxelles e Ankara sia l'emergenza immigrazione. "Questo è il segnale che qualcosa non va - sottolineato Renzi alla Camera - innanzitutto nel metodo prima che nel merito. Il Consiglio europeo è convocato per prendere delle decisioni che ahimè non vengono eseguite". Gli hotspot, per esempio, sono stati allestiti ma il processo di ricollocazione degli immigrati non viene attuato. Durante le comunicazioni alla Camera sul Consiglio europeo, Renzi torna quindi a punzecchiare i leader dell'Unione europea accusandoli di non fare abbastanza per risolvere l'emergenza immigrazione.

"L'Europa va su Marte - tuon il premier - ma si ferma a Idomeni, dove una mamma è costretta a lavare suo figlio appena nato con una bottiglia d'acqua perché quel bambino è stato partorito in uno dei nostri campi profughi". Nessuna soluzione, però. Perché mentre la maggior parte dei Paesi della rotta balcanica chiudono le frontiere, l'Italia continua a tenerle aperte.

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