"Banca Etruria ha finanziato la Fondazione Open che sostiene Matteo Renzi e che, fra le altre cose, organizza ogni anno la convention della Leopolda". L'accusa arriva da Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d'Italia al Consiglio regionale della Toscana, secondo il quale il finanziamento di 15mila euro sarebbe arrivato tramite la società 'Intesa Aretina Scarl', di cui è socia Banca Etruria.
"La Fondazione Open - spiega Donzelli - è presieduta da Alberto Bianchi, avvocato di Renzi, ed il consiglio direttivo è composto da Maria Elena Boschi, il cui padre è stato vicepresidente dell'istituto di credito, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, e Marco Carrai, che il Presidente del Consiglio sta proprio in questi giorni pensando di nominare a responsabile di una struttura per la cybersecurity". "Il finanziamento è pubblicato sul sito della Fondazione Open - sottolinea Donzelli - ed è gravissimo che il Presidente del Consiglio abbia preso l'iniziativa del 'salva-banche' dopo aver ricevuto quei soldi dall'istituto di credito che maggiormente ne ha beneficiato. Come abbiamo sempre sostenuto il conflitto d'interessi non coinvolge soltanto Maria Elena Boschi, ma lo stesso Matteo Renzi".
Secondo l'esponente dell'opposizione: "il salvataggio di Banca Etruria è stata una cambiale decisa dal governo ma pagata con i soldi dei risparmiatori truffati, che
hanno così perso i loro investimenti" e quindi, dopo la scoperta dei legami tra Rosi e Tiziano padre, "adesso risulta chiaro che il Presidente del Consiglio non ha più alcuna credibilità per mantenere il suo incarico".
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