Al Monte dei Paschi servono più soldi. Quasi quattro miliardi in più. L'aumento di capitale dell'istituto di Rocca Salimbeni richiesto dalla Bce è infatti salito da 5 a 8,8 miliardi. Ora a carico dello Stato e degli azionisti.
L'indiscrezione è apparsa ieri pomeriggio, a Borsa chiusa per la festa di Santo Stefano, sul sito del Sole24Ore citando i contenuto di una lettera inviata al ministero del Tesoro dalla Vigilanza di Francoforte. In serata è arrivata la conferma della banca. In realtà, le missive sono due: in una si sottolinea che i risultati dello stress test del 2016 hanno registrato una carezza di capitale, solo nello scenario avverso, per il coefficiente patrimoniale atteso a fine 2018. Viene inoltre evidenziato che «la posizione di liquidità della banca ha subito un rapido deterioramento tra il 30 novembre e il 21 dicembre 2016, da 14,6 a 8,1 miliardi, e della liquidità netta a un mese (da 12,1 miliardi, pari al 7,6% del totale delle attività, a 7,7 miliardi, pari al 4,78% del totale delle attività).
C'è dunque una evidente differenza rispetto al fabbisogno (appunto pari a 5 miliardi) avallato dall'Eurotower lo scorso 23 novembre, alla vigilia dell'assemblea straordinaria del Monte, che aveva approvato la ricapitalizzazione. Il salvataggio di mercato è poi saltato, l'amministratore delegato Marco Morelli e il presidente Alessandro Falciai hanno alzato bandiera bianca e richiesto l'intervento dello Stato che ha aperto per decreto un ombrello pubblico da 20 miliardi. Basteranno alla luce delle nuove richieste? Vedremo. Di certo, l'ammontare è stato rivisto dalla Bce «in base ai risultati degli stress di luglio, valutati però alla luce del trattamento riservato a suo tempo alle banche greche: degli 8,8 circa 4,5 sarebbero direttamente a carico dello Stato, gli altri 4,3 degli obbligazionisti» (con circa 2 miliardi rimborsabili però sempre dallo Stato al retail).
I vertici di Rocca Salimbeni, che ieri ha convocato un altro cda per fare il punto sulle lettere della Bce, dovranno quindi rielaborare il piano industriale e ripensare la cessione dei 27,7 miliardi di sofferenze che nella soluzione di mercato era stata affidata al fondo Atlante. Il meccanismo per consentire al Tesoro di prendere il controllo del Monte prevede, dunque, una triangolazione intensa fra l'Italia, Bruxelles e Francoforte. La Commissione Europea è infatti chiamata a dare il via libera al salvataggio pubblico.
Per farlo, deve rivolgersi alla Bce per accertare in primo luogo la solvibilità del Montepaschi (necessaria perché si possa concretizzare l'ipotesi di ricapitalizzazione preventiva), in secondo luogo l'entità della deficienza di capitale, verificati dallo scenario avverso degli stress test bancari.
I titoli Mps resteranno sospesi anche oggi alla riapertura dei mercati dopo la pausa natalizia (si parla di due-tre settimane) per decisione della Consob che attende si chiariscano le prossime mosse del Monte e che si chiuda con esito positivo il confronto con Ue e Bce sull'aumento di capitale, dopo il fallimento del piano di mercato.
Non sono invece «congelate» le azioni di Unicredit che ha già annunciato un aumento di capitale da 13 miliardi. Né quelle di Carige, cui la stessa Bce ha concesso una proroga fino al 28 febbraio per la presentazione del piano per la riduzione dei crediti deteriorati. Passato il Natale, quanto si ballerà oggi in Piazza Affari?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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