Berlusconi aspetta Renzi al varco. Il Cavaliere non ha fretta ed è disposto a trattare. Lo fa da una posizione di forza, speculare alla posizione di debolezza del premier. Il ragionamento che fa Berlusconi, che ieri ha avuto un piccolo infortunio salendo in barca a Saint Tropez, è il seguente: Renzi ha puntato tutto sulle riforme ma non ha i numeri in Senato nonostante la stampellina di Verdini e quindi deve per forza venire da noi. Le condizioni poste dai forzisti sono note: modifica della legge elettorale con il premio alla coalizione anziché alla lista; Senato elettivo senza papocchi dell'elezione semi-diretta. Era circolata voce che il premier avesse in animo di cedere sull'Italicum, aprendo al premio alla coalizione. In fondo, visti gli ultimi sondaggi, il ritocco converrebbe anche a Renzi: con il premio alla lista rischierebbe di andare al ballottaggio contro Salvini o - più probabile - Grillo; e la vittoria non è certo scontata. Ma la tesi di un'apertura ai desiderata forzisti è stata seccamente smentita da palazzo Chigi. E allora?
Il Cavaliere non è preoccupato, convinto com'è che il premier stia bluffando. Per ora, infatti, il presidente del Consiglio mostra i muscoli pigiando su due tasti: la convinzione di avere i numeri a palazzo Madama, seppur di poco; la minaccia delle elezioni anticipate denunciando al Paese le forze che si oppongono al cambiamento. Il Cavaliere, tuttavia, ritiene entrambe le armi spuntate. Ecco perché: sul primo punto, anche se Renzi riuscisse a portare a casa la riforma senza modifiche (grazie al voto segreto, elemento su cui confida molto, ndr ) poi gli sarà difficile vincere il referendum. Specie se la sinistra dem e tutto il centrodestra facessero una campagna per il no. E per Renzi sarebbe una sconfitta colossale. Sul secondo punto, l'avvertimento di un ritorno alle urne, l'ex premier è convinto: è una pistola scarica. In primis perché lo scioglimento delle Camere lo decide il capo dello Stato. In secundis perché sarebbe molto complicato andare alle elezioni con due leggi elettorali diverse: Consultellum per il Senato e Italicum per la Camera. Insomma, Renzi non avrà Mattarella suo alleato qualora dovesse spingersi a chiedere le elezioni anticipate. Più probabile che il capo dello Stato chieda a Renzi di verificare se ci sono i margini di una nuova maggioranza. Insomma, larghe intese.
Ecco perché Brunetta si spinge a evocare una Grosse Koalition che, per ora, resta ipotesi di scuola. Brunetta scrive sul Mattinale : «Ovviamente essa suppone la sconfitta di Renzi, sia nel senso che accetti le nostre modifiche sia che sbatta contro il muro dei no. Perché Grosse Koalition ? Perché non c'è tempo da perdere». E ancora: «Ci pensi, il Fiorentino, e accetti la sconfitta onorevole. È Renzi che deve fare la prima mossa». Ecco, la prima mossa.
Per ora è arrivata soltanto un'inutile intervista a Lorenzo Guerini in cui si auspicava l'appoggio azzurro a gratis. Ma Berlusconi non ci sta: col Nazareno ho chiuso. E, viste le condizioni di debolezza del premier, se sarà patto le regole le detterà il Cavaliere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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