«Salvini e Meloni? Vedano loro cosa fare, noi siamo sicuri di Bertolaso». Silvio Berlusconi non arretra di un millimetro, sfida gli alleati dubbiosi e continua a sposare la linea dura, attraverso messaggi che non potrebbero essere più chiari. «Non c'è alcuna possibilità di tornare indietro. A questo punto presentiamo ovunque i nostri candidati. Osvaldo Napoli a Torino, Gianni Lettieri a Napoli e a Milano Stefano Parisi è e resta il candidato di Forza Italia, gli altri decidano se votarlo, altrimenti facciano come gli pare. Non ci interessa».Chi lavora con lui lo descrive «concentrato, deciso e agguerrito», ma anche «stufo e amareggiato», con la testa al 100% su Roma e il partito, convinto che chi ha tirato troppo la corda ora debba assumersi le proprie responsabilità, perché «a questo punto non ci sono più alternative, così il centrodestra scompare». Il ragionamento è che «se vuoi fare la pace, devi essere pronto a fare la guerra, non può passare il principio che un giorno si stringe un patto, come è stato per Bertolaso, e il giorno dopo si cambia idea».Frasi pronunciate a Palazzo Grazioli dove il presidente di Forza Italia è rimasto a lavorare sulle questioni di partito fino alla notte inoltrata di sabato, concentrandosi anche sulle liste che dovranno supportare Bertolaso, sia quella di Forza Italia che quella civica. La novità è che di fronte alla possibile rottura con Lega e Fratelli d'Italia (a cui molti nel partito non credono) Berlusconi con i suoi collaboratori ha iniziato a lavorare a un «Piano B». Ha, infatti, telefonato ai coordinatori regionali per ragionare su candidati sindaci di Forza Italia da schierare in tutte le città, tranne Milano dove la questione viene considerata chiusa, qualora Salvini e Meloni scelgano la navigazione «in solitaria». Si è, ad esempio, soffermato con Gilberto Pichetto, coordinatore piemontese per analizzare le varie risorse a disposizione. Questo non significa che ci sia la volontà di rompere - la presenza di Fabio Rampelli di Fdi ai gazebo non è passata inosservata - ma a questo punto bisogna essere pronti a ogni evenienza. Compresa la possibilità che possa formarsi un asse Meloni-Salvini con la prima in campo a Roma e il secondo a Milano, come la leader di Fdi avrebbe proposto ieri al leader leghista. Una mossa «tattica» messa in campo soprattutto per spaventare Forza Italia.Nella mattinata di ieri poi Berlusconi è tornato sul «campo», spostandosi tra i gazebo romani. «Io mi rivolgo a tutti gli elettori romani, non vedo conseguenze per il centrodestra. Io sto proponendo un cambiamento di prospettiva totale a Roma, Napoli, Milano. Quando arriverà un politico e mi dirà voglio andare al posto di Bertolaso, io gli riderò in faccia e gli dirò dove vuoi andare che non sei neanche capace di amministrare un'edicola?». Questa volta «non ho nulla da perdere, ho deciso di dire solo e sempre la verità. Bertolaso è un uomo del fare, non servono professionisti del bla bla bla. Abbiamo fatto un regalo a tutti i romani convincendo Bertolaso. Lui non ci guadagnerà niente.
Governare Roma non è per quelli abilissimi a andare in tv, a fare comizi nei talk show o in strada. Se hai un grande gruppo in crisi non puoi pensare di affidarlo a un culturista, a un cantante, a un trombettiere che magari ti sveglia tutte le mattine ma quello di sindaco è un altro mestiere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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