Berlusconi corre: "Sarò capolista. Noi siamo ancora indispensabili"

Berlusconi corre: "Sarò capolista. Noi siamo ancora indispensabili"

Roma - «Forza Italia è indispensabile oggi come 25 anni fa. Restiamo la spina dorsale del centrodestra». Silvio Berlusconi, attorno a mezzogiorno, arriva al Palazzo dei Congressi e incassa prima il saluto dei tanti militanti rimasti fuori dalla sala piena che lo attendono dietro le transenne per una foto, un saluto o una stretta di mano. Poi il secondo boato, quello di coloro che lo attendono all'interno, con i parlamentari schierati nelle prime file e i dirigenti locali subito dietro. Una accoglienza da star.

La scena è stata vissuta dal premier centinaia di volte, ma la commozione questa volta è palpabile, forse perché c'è una ricorrenza importante da festeggiare - quella della discesa in campo e della sue nozze d'argento con la politica - ma anche perché il presidente di Forza Italia, dopo l'estromissione forzata dal Parlamento per via giudiziaria si appresta a vivere una nuova grande sfida elettorale, completando il suo riscatto.

Antonio Tajani che insieme ad Anna Maria Bernini ha orchestrato le danze fino a quel momento e presentato i tanti amministratori locali e i dirigenti azzurri, sottolineando come il partito di plastica sia ancora lì presente dopo un quarto di secolo, lo ringrazia a nome di tutti e gli lascia subito il microfono. Berlusconi, accompagnato in sala anche da Francesca Pascale - parla a braccio per un'ora e come sempre non si risparmia, smentendo chi lo descrive come ormai impossibilitato a sostenere gli sforzi d i una campagna elettorale (quando gli portano un bicchiere d'acqua in più di quanto chiesto ci scherza su: «Non devo fare il bagno, devo solo bere»).

Il Cavaliere vuole omaggiare una storia, trasmettere fiducia nel futuro e far sentire l'orgoglio di chi è in campo e ancora capace di un senso di visione più ampio, responsabile ed efficace di altri. «Chi scrive che Forza Italia è al tramonto - scandisce con nettezza - è uno stupido che non sa leggere la realtà. Forza Italia è la spina dorsale del centrodestra». Forte dell'intesa in Piemonte sul candidato azzurro, Alberto Cirio, Berlusconi conferma che sarà capolista alle Europee del 26 maggio. Definisce i Cinquestelle «comunisti da strada». Si sofferma meno del solito sull'urgenza di una caduta del governo, ma dà una sua versione degli equilibri nell'alleanza gialloverde - protagonisrti di un «contratto innaturale» - molto diversa dalla vulgata: Di Maio - dice - è un «finto sottomesso», «si prende tutta la sostanza delle cose fatte al governo e lascia a Salvini soltanto la forma, l'apparenza e credo che presto chi vota Lega se ne accorgerà».

Una sguardo retrospettivo e un confronto con il contesto politico di 25 anni fa non è confortante. «Oggi la situazione è più grave di 25 anni fa spiega con tono preoccupato perché i Cinquestelle si dichiarano comunisti veri, ma sono anche degli incompetenti e questo li rende ancora più pericolosi». Il progetto di Berlusconi ora è quello di replicare lo schema del centrodestra italiano in Europa, uno schema in cui Forza Italia è evidentemente indispensabile. «A Bruxelles sarò presente per questa nuova grande battaglia: come abbiamo fondato il centrodestra in Italia, così dobbiamo ripetere il miracolo in Europa. Per cambiare l'Europa - sostiene - servono nuove alleanze, bisogna che il Ppe lasci l'alleanza storica con il Partito socialista e crei nuove alleanze con altri partiti che vengono dai conservatori e da quei sovranisti che bisogna educare e convincere». Insomma un sovranismo europeo, non un ritorno al Novecento «con il nazionalismo che ha dato via a due micidiali guerre mondiali. Serve una nostra presenza forte, importante e questo mi ha fatto decidere di presentare la mia candidatura, per combattere quest'altra battaglia».

Se in Italia i nuovi comunisti sono i Cinquestelle, «l'ideologia che vuole dominare il mondo» vede oggi nella Cina il principale interprete. Per contrastarla, nei disegni del leader azzurro, l'Europa a guida popolare e sovranista dovrà fare da collante tra gli Stati Uniti e la Russia, per creare un unico grande asse politico ed economico occidentale.

Matteo Salvini, a chi gli chiede di commentare le parole in cui il Cavaliere ribadisce il ruolo fondamentale di Forza Italia nella coalizione di centrodestra, sorride ed evita di attizzare qualsiasi polemica: «Berlusconi ha sempre ragione».

Un gesto di cortesia all'indomani di un vertice dei leader che ha ribadito la capacità del centrodestra di esprimere candidati comuni a livello regionale e comunale. In attesa di una scintilla che possa rianimarlo anche in chiave nazionale, magari all'indomani delle Europee.

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