Berlusconi ha lasciato terapia intensiva. Ora la cura è il riposo

Il leader migliora. Il fratello Paolo: "Visite brevi. Ordine del maresciallo Zangrillo"

Berlusconi ha lasciato terapia intensiva. Ora la cura è il riposo

Dodici richieste di intervista, piombate una dopo l'altra sul tavolo dell'ufficio stampa del San Raffaele: non per intervistare Silvio Berlusconi, ovviamente, e neppure i medici che lo hanno operato e lo hanno in cura. No, nel mirino della stampa - giornali di gossip ma anche testate assai autorevoli - c'è Cristina, la giovane infermiera cui risvegliandosi dall'anestesia il Cavaliere avrebbe riservato complimenti e offerte di lavoro, e che ora i mass media scalpitano per incontrare. Insomma, si è tornati alla normalità, a quel clima un po' frivolo che accompagna praticamente da sempre un lato delle cronache sul Cavaliere. Ma anche questo in fondo è un segnale positivo: perché passati la tensione e il caos dei primi giorni, dei bollettini, delle conferenze stampa, la storia del Cavaliere e della sua valvola aortica si avvia nella routine del decorso postoperatorio. E in questa calma prende il largo il giornalismo d'alleggerimento.

Calma assoluta, o quasi, nella suite del sesto piano, dove da ieri mattina Berlusconi è stato riportato, lasciando il reparto di terapia intensiva. Tempi rispettarti alla lettera: il professor Alberto Zangrillo, nella prima conferenza stampa, aveva ipotizzato che il paziente restasse in intensiva «uno o due giorni», «parliamo ovviamente della situazione ideale»: e così è stato. Ieri mattina Zangrillo dà l'okay, e la lettiga che ospita l'ex premier viene portata nella suite. Sarà qui che Berlusconi affronterà la degenza postoperatoria: che consisterà essenzialmente in un riposo monitorato, per evitare che insorgano le possibile complicanze postoperatorie che Zangrillo aveva meticolosamente elencato alla stampa, una dopo l'altra, in un elenco piuttosto impressionante, mediastinite e ictus compresi. Solo esaurita questa fase, si passerà alla riabilitazione: quasi certamente in San Raffaele («che senso avrebbe allontanarci?», dice una fonte vicina al Cavaliere). La riabilitazione, spiegano ieri in ospedale, sarà «sia respiratoria che motoria». D'altronde l'intervento è finito bene, ma non è stato una passeggiata: e chi ieri ha visto le foto scattate da Zangrillo in sala operatoria ne parlava con visibile impressione.

Ieri ai pochi che hanno potuto incontrarlo Berlusconi è apparso, come inevitabile, stanco e provato. L'umore è buono, ma i segni dell'esperienza sono visibili; è lucido, ma parla a fatica e si stanca rapidamente. «La cosa bella - ha raccontato suo fratello Paolo - è che l'ho visto nella sua camera e che l'hanno liberato da vari cateteri». Ma il leader di Forza Italia ha bisogno di quiete. «Il maresciallo Zangrillo ha dato ordini di fare visite assolutamente brevi perché l'operazione è stata complessa. I valori sono buoni, però la raccomandazione anche ai familiari è di concentrare le visite perché non si deve affaticare. Bisogna dargli il tempo di recuperare. Può cominciare a mangiare qualcosa e può fare anche altre cose. Solo la raccomandazione è anche quella, addirittura ai figli e a me stesso, di venire tutti insieme perché ha bisogno di riposo, riposo, riposo. Deve recuperare qualche decennio di affaticamento e di super lavoro».

In questo quadro, i medici si rifiutano di fare previsioni precise sui tempi di dimissione: anche perché da sempre rimproverano benevolmente al paziente una certa indisciplina, «almeno fino a quando lo teniamo qui siamo sicuri che rispetti le nostre prescrizioni».

E ora della degenza non breve che attende Berlusconi dovrà occuparsi ufficialmente anche la magistratura: ieri gli avvocati Federico Cecconi e Franco Coppi, che assistono il Cavaliere nel cosiddetto processo Ruby ter, hanno depositato nella cancelleria del giudice preliminare Anna Laura Marchiondelli una istanza di rinvio, per legittimo impedimento dell'imputato, dell'udienza fissata per lunedì prossimo. Appare improbabile che la dottoressa Marchiondelli segua l'esempio di alcuni suoi colleghi che in casi analoghi inviarono all'ex premier una visita fiscale. E l'udienza verrà verosimilmente rinviata a dopo l'estate.

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